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Marcell Jacobs gode tantissimo: “L’hanno presa male, avevano una brutta faccia”

Marcell Jacobs ha replicato il titolo di campione olimpico col trionfo ai Mondiali indoor sui 60 metri: “Non mi è sfuggito quello che avevano detto alla vigilia…”
A cura di Paolo Fiorenza
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L'uomo più veloce al mondo è anche l'uomo che non sa perdere. Marcell Jacobs resta imbattuto in pista dal trionfo alle Olimpiadi di Tokyo dello scorso anno, se si esclude lo stop per squalifica dovuta a falsa partenza nel meeting di Belgrado di due settimane fa. Il 27enne velocista di Desenzano quando parte dai blocchi non dà scampo a nessuno, anche indoor, anche sui 60 metri. Ai Mondiali l'azzurro non era il favorito, lui con compasso più largo dei suoi avversari e che si distende dai 40 metri in poi, ma ha tagliato il traguardo ancora una volta primo, battendo al fotofinish i due americani Coleman e Bracy.

"Mentre risuonavano le note dell'inno, ho provato bellissime sensazioni. Come a Tokyo ho rivisto in un flash i tanti momenti difficili che ho dovuto superare per arrivare a questi livelli – racconta Jacobs alla Gazzetta dello Sport, rispedendo ancora una volta al mittente i sospetti di chi dubitava del suo exploit alle Olimpiadi – Un messaggio per loro? L'ho già fatto in pista. Ripeto: solo chi non capisce di sport e di atletica può pensare che certi risultati arrivino per caso".

Chi fin da subito dopo i due ori olimpici ha provato a gettare ombre sui risultati dell'azzurro sono stati inglesi e americani. Questi ultimi si erano presentati ai Mondiali di Belgrado convinti di poter battere agevolmente Jacobs sulla distanza corta, ed invece se ne sono tornati a casa con la coda tra le gambe. Il nostro campione gode e non lo nasconde: "Gli americani mi sa che l'hanno presa male, avevano una brutta faccia. Sono stati gentili, per carità: si sono complimentati, Coleman mi ha anche detto ‘Ci vediamo alle outdoor'. Sono pronto, ho cominciato davvero ad accelerare dopo i 50… Non mi è sfuggito che alla vigilia hanno detto che avrebbero voluto l’1-2. Han fatto 2-3, più o meno ci sono riusciti…".

Jacobs si sente al top, consapevole della sua forza e vuole prendersi tutto: "Tra luglio e agosto punterò al titolo iridato e a quello continentale all'aperto. Dovessi centrare entrambi, avrò un curriculum che nessuno ha avuto. Se dovessi riuscirci, ripartirei per un secondo ciclo: voglio gareggiare altri dieci anni. L'età media degli atleti, rispetto a una volta, tra alimentazione, fisioterapia e riposi, si è alzata". Quanto alla staffetta e alla possibilità che sia lui e non Tortu a correre l'ultima frazione, come aveva rivendicato dopo le Olimpiadi, Jacobs aggira furbescamente la domanda: "Novità all'orizzonte in staffetta? Penso che il quartetto non cambierà: Patta in prima frazione dà la spinta giusta, Desalu in curva è una garanzia e io e Tortu ci divideremo i rettilinei…".

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