L’oro “pulito” di Massimo Stano: “A vincere da sporchi sono capaci tutti”
"A vincere da sporchi sono capaci tutti". Massimo Stano è orgoglioso del suo oro "pulito", conquistato con fatica e sudore alle Olimpiadi di Tokyo, marciando per venti chilometri con uno stile calibrato dal tecnico per la sua andatura, per ovviare a quella frattura da stress alla tibia che gli aveva lasciato brutti ricordi, al limite della fatica, dei fianchi che ti esplodono, del dolore che ti scoppia dentro, della testa che ti dice di mollare e del cuore che ti spinge ad andare oltre. Passo dopo passo, verso il traguardo. Impiegò quasi un mese per rendersi conto di cosa aveva fatto, della portata della sua impresa.
Correre senza barare, strisciando i piedi per terra e con le ginocchia che sembrano piantate per terra: come si fa a sopportare una cosa del genere? Il campione di Grumo Appula (Bari) lo spiega in poche parole molto efficaci. "Per provarci gusto devi essere sadico. È una tortura, una fatica bestiale", dice al Corriere della Sera. E se non basta ancora fa training autogeno, c'è una frase che ripete a se stesso prima di ogni gara. Banale ma fa il suo effetto: sei il più forte del mondo. "Me lo dico in maniera ossessiva e funziona".
Questione di stile. Stano ne ha uno tutto suo. Sulle strade del Sol Levante s'è rivelato (con)vincente abbastanza per mettere al collo il metallo più prezioso e non inciampare in infrazioni fatali come accadde nel 2019 ai Mondiali di Doha quando prese un cartellino rosso dai commissari di gara per un errore tecnico che gli soffiò il podio proprio nel momento clou della marcia. "Patrick (l'allenatore, ndr) capì che il mio stile di marcia non si adattava alla forma delle mie gambe – ha aggiunto Stano -. E per questo lo cambiammo totalmente, una decisione pericolosa perché rischi il fallimento o la squalifica".
L'exploit ai Giochi gli ha dato ragione e gli ha permesso di "vendicare" le sanzioni "giuste" che lo bloccarono in Qatar. Alle Olimpiadi s'è riscattato e lo ha fatto in maniera perfetta, insindacabile, coraggiosa, con una prestazione senza ombre né sospetti, contando solo sulle forze. "Di vincere da sporchi son capaci tutti" ripete Stano e mette una pietra sopra alla vicenda Schwazer, marciatore azzurro caduto in disgrazia per la vicenda di doping. "La sua storia non mi interessa".