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Dall’Amazzonia alle Olimpiadi di Rio. La storia di Dream e del suo arco

Finora era stato solo un indigeno nella selva della foresta. Ma grazie al progetto della Fas (Fondazione Amazonas Sustentavel) ora tutto il mondo potrà conoscere la grande bravura con l’arco di Dream Braga da Silva.
A cura di B. C.
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La storia di Dream Braga da Silva potrebbe tranquillamente ispirare un film dal titolo “Dall’Amazzonia alle Olimpiadi”. Eh sì, perché il giovane indigeno dei Kambeba, la sua tribù che vive nell’area protetta del rio Negro, presto inizierà ad allenarsi con la squadra olimpica brasiliana di tiro con l’arco. Dream ha compiuto 18 anni il giorno di Natale, ma alle spalle ha una lunga esperienza. Come si legge su Il Messaggero, ha cominciato a tirare con l’arco all’età di nove anni, cacciando nella foresta. Non poteva mai immaginare che la bravura nella caccia, una tradizione tramandata di padre in figlio nelle foreste amazzoniche, si trasformasse in pochi anni in un tesoro, e che il tiro con l’arco diventasse uno sport olimpico. Certo di Dream non si sarebbe accorto nessuno se non fosse che la sua tribù è stata inserita nel progetto della Fas (Fondazione Amazonas Sustentavel) che punta a creare legami con gli indigeni attraverso la promozione dello sport, in particolare del tiro con l’arco. “Il nostro arco è molto più semplice, quello delle gare ha molti accessori, come lo stabilizzatore”. Ma in poco tempo il ragazzo è diventato il più forte e su di lui hanno puntato gli occhi i selezionatori olimpici. “Per noi la convocazione di Dream – dice Marcia Lot, coordinatrice del progetto in Amazonia e “cacciatrice” di talenti – è già un oro”.

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