Cosa aspettarsi dall’Italia ai Mondiali di volley femminile: pronte a una nuova storia fenomenale

Ma la ricordate la Nazionale italiana di volley femminile fino al gennaio del 2024? Scontro aperto e pubblico con l’allenatore, dissidi interni, razzismo velato o sfacciato di una parte dell’opinione pubblica, accusa di menefreghismo o, peggio, di infantilismo. Insomma era un casino.Poi è arrivato alla guida di questa squadra il signore Julio Velasco, assistito da Lorenzo Bernardi e Massimo Barbolini, e tutto è cambiato.
Da quel momento le ragazze hanno vinto due VNL consecutive, l’oro olimpico di Parigi e con i club molte di loro hanno vinto Mondiale per club e Champions League con Conegliano, la Coppa CEV con Novara e la Challenge Cup con Roma, che ha sfidato in finale Chieri. Un dominio su tutta la linea in pratica, che Sarah Fahr in un’intervista di pochi giorni fa spiega semplicemente con il fatto che Velasco (insieme ai rispettivi allenatori di club, s’intende) ha dato alle giocatrici della Nazionale serenità e consapevolezza. Grazie al pieno di queste due sensazioni per la mente e per il corpo le atlete oggi sanno uscire anche dalle situazioni più intricate ed esprimere tutto il proprio talento.
E di talento nell’Italia che dal 22 agosto cercherà di vincere i Mondiali di Thailandia ce n’è davvero tanto. L’impianto di base resta quello delle Olimpiadi, con Orru in regia, la doppia opposta Egonu in prima battuta e Antropova in seconda, detta anche “arma di fine di mondo”, giocatrice che sarebbe titolare in tutte le squadre del pianeta, Fahr, anche lei la migliore centrale in circolazione e Danesi al centro e Sylla con Gaia Giovannini in banda. Qui qualcosa è cambiato rispetto a Parigi.

In Francia giocò una grande Olimpiade Caterina Bosetti, che però ha deciso di saltare questo giro estivo, mentre è rimasta fuori il terzo centrale di grandissimo valore, Marina Lubian. La schiacciatrice insieme a Sylla doveva essere Alice Degradi, ma dopo aver saltato per infortunio i Giochi olimpici, si è di nuovo infortunata, perdendo anche questi Mondiali. Per sostituirla Velasco pensa in prima battuta a Giovannini, ma Stella Nervini ha giocato una grande VNL e in quella posizione il ballottaggio è aperto. Come libero poi un’altra “Migliore al mondo” che possiamo sfoggiare con orgoglio, Monica De Gennaro.
Ma le altre squadre staranno a guardare? Nel girone avremo effettivamente poca resistenza contraria. All’esordio la Slovacchia potrà davvero poco, la seconda con Cuba sulla carta potrebbe essere più insidiosa ma ormai, almeno nel femminile, la vecchia forza di Cuba si è dissolta e infine il Belgio, squadra già più rognosa con due punti di riferimento importanti nella schiacciatrice Britt Herbots, appena passata al Novara dal Savino del Bene e nella centrale Silke Van Avermaet, che gioca a Busto Arsizio, quindi entrambe in Italia.
Accennati i pochi pericoli del girone iniziale, quali sono poi lungo il cammino le squadre più ostiche? Di sicuro il Brasile e gli Stati Uniti che abbiamo battuto in finale di VNL 2025 e olimpica.Il Brasile si appoggia tanto sulla fuoriclasse Gabi, che abbiamo imparato a conoscere ancora meglio durante questo anno a Conegliano, ma non c’è solo lei: l’opposta Bergmann è sempre molto incisiva, così come la centrale Julia, una grande attaccante. L’allenatore è Ze Roberto, uno che ha vinto tutto con le sue squadre e che sfida Velasco come grande vecchio saggio del volley mondiale.

Insieme al Brasile l’attenzione deve focalizzarsi poi sugli Stati Uniti, non più allenati dal terzo monumento vivente in panchina, Karch Kiraly, passato ad allenare gli USA maschili, che però ha giocatrici di grande livello che hanno quasi tutte intrapreso il nuovo progetto della League One Volleyball, lega professionistica made in USA che vorrebbe dare fastidio al nostro campionato.
Un po’ più indietro dovrebbero partire tre nazionali che stanno vivendo momenti diversi. La Turchia è stabile fra le squadre che possono aspirare al titolo, senza però mai riuscirci in concreto, tranne per gli Europei del 2023. Le atlete ci sono perché una squadra con attaccanti come Melissa Vargas e Ebrar Karakurt è da prendere in seria considerazione, così come al centro Eda Erdem e Zehra Güneş si avvicinano al meglio che c’è in circolazione, ma non si è mai trovata veramente la quadra. Strano perché ad allenare la selezione è Daniele Santarelli, l’allenatore che con Conegliano ha vinto tutto più volte.

Se la Turchia è stabile ad alti livelli, sta leggermente scendendo rispetto a qualche anno fa la Serbia, che conta ancora troppo sulle solite note: la diagonale Ognjenovic-Boškovic è ancora essenziale per tutto l’attacco, mentre le nuove leve stanno crescendo a fatica. È una fase di ricambio generazionale che ancora non ha dato vita a una nuova Serbia.
La terza squadra del gruppo invece è in grande ascesa ed è la Polonia. Grazie al lavoro incredibile di Stefano Lavarini, una nazionale mediocre è diventata una grande forza mondiale con giocatrici di altissimo livello come la schiacciatrice, quest’anno a Conegliano, Lukasik, uno dei liberi migliori al mondo, Szczyglowska, e l’opposta che gioca con Pinerolo, Malwina Smarzek.
Queste le vere pretendenti al titolo, poi tante squadre che cercheranno di infastidire le grandi e metteranno in mostra le loro giocatrici migliori, nell’attesa di qualche nuovo giovane fenomeno. Un occhio sicuramente deve essere dato ai Paesi Bassi e alla Germania, che a proposito di giovani campionesse metterà in mostra Leana Grozer, figlia di Gyorgy, classe 2007, le due centroamericane, Porto Rico e Repubblica Dominicana, sempre al massimo del loro potenziale, la Svezia che ha quella che probabilmente è la migliore opposta del mondo, Isabelle Haak, ma poco altro, a infine le due solite squadre asiatiche, Cina e Giappone, che sfiancheranno qualsiasi avversaria con le loro difese impossibili.
Arriviamo ai Mondiali quindi da grandissime favorite e questo deve essere uno stimolo in più in vista di quella consapevolezza di cui parlava Sarah Fahr. Il cammino sarà lungo ma si può davvero costruire un ciclo storico per il nostro sport e lasciarselo sfuggire può essere un grande peccato.