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Ultima fermata

Ultima Fermata è un Temptation Island senz’anima

L’idea che possa bastare un incontro con un terapeuta per sciogliere i nodi del nostro essere, è sbagliata. Temi come la dipendenza affettiva non possono finire risucchiati in una narrazione approssimativa. Il risultato è un programma che appare senz’anima, la versione “demo” di un esperimento che potrebbe essere molto interessante.
A cura di Giulia Turco
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Ultima Fermata parte in salita. Il nuovo programma di Maria De Filippi si scontra con ascolti che non premiano a tutti gli effetti il debutto coraggioso in prima serata di Canale 5 (2.099.000 spettatori pari al 12.36% di share). L'idea è che per il momento il pubblico non abbia intenzione di sostituire un programma "del cuore" come Temptation Island con il nuovo show prodotto interamente in casa Fascino. Protagonista della narrazione è ancora una volta il "viaggio nei sentimenti" (a bordo di un treno, questa volta) che coinvolge coppie in crisi davanti ad una scelta: continuare nella stessa direzione, o separare per sempre le loro traiettorie.

L'aiuto della psicoterapia

La novità principale consiste nello spazio dato alla psicoterapia: i protagonisti mettono alla prova se stessi non solo tramite la tentazione (che è comunque presente), ma con l'aiuto di professionisti che li aiutano a rimettere insieme i pezzi.  La terapia, individuale o di coppia, resta uno strumento fondamentale ed è uno dei temi più attuali degli ultimi tempi, ma cavalcare quest'onda può essere rischioso. Restituire l'idea che bastino due incontri con uno psicologo per sciogliere i nodi del nostro essere, è sbagliato. La terapia implica un percorso di conoscenza in evoluzione, non fornisce un pacchetto di strumenti utili a risolvere un problema in maniera immediata.

La dipendenza affettiva di Adriana da Jonatan

Nella prima puntata Adriana racconta alla psicologa la sua dipendenza affettiva da Jonatan, la sua gelosia ossessiva che cela la paura dell'abbandono, fino ai sensi colpa che prova nei confronti di sua madre morta che le provocano veri e propri attacchi di panico. L'attimo dopo chiede il confronto con Jonatan, giurandogli di aver capito e di essere cambiata. Ma temi come questi meritano attenzione e non possono finire risucchiati da una narrazione veloce e approssimativa. L'impressione è che si voglia fare un passo in più rispetto a Temptation Island, senza però riuscirci per esigenze televisive e il risultato è un programma che risulta senz'anima. Una sorta di versione "demo" di un esperimento che potrebbe rivelarsi invece molto interessante.

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La colonna sonora

Funzionano gli elementi di continuità con il programma "madre", a partire dalle musiche che esaltano l'emotività dei protagonisti. Lo stesso repertorio che va da Laura Pausini, Tiziano Ferro, fino ai neo melodici e ai OneRepublic dietro la colonna sonora ufficiale c'entra ancora una volta l'obiettivo di farci identificare con i protagonisti. Anche qui la narrazione ci lascia sempre in bilico su quel filo sottile tra reality e fiction che funziona benissimo in questo genere di programmi. A volte ci crediamo, a volte meno, ma va bene così.

La location

È innegabile che le spiagge da sogno, il mare, l'estate e la leggerezza che porta con sé abbiano un peso e uno spessore nel linguaggio del programma. Il contesto di reclusione in "casetta" lascia poco spazio alle tentazioni. Il prefabbricato con tanto di pannelli che delineano il set e le passeggiate dei protagonisti tra i vialoni degli studi televisivi, trasmettono un senso di spaesamento. Oltre ad una riconoscibilità rispetto ad altri programmi di Maria De Filippi, con gli stessi sponsor che saltano fin troppo all'occhio.

Il meccanismo di gioco

Le regole del gioco sono piuttosto confuse, non è ben chiara la funzione della mano che si illumina per far capire al concorrente che il suo partner ha preso una decisione. Ad ogni modo poco efficace ad accendere la tensione nello spettatore. Il confronto tra i due si risolve tra un mix del falò di Temptation con la busta di C'è posta per te, che si apre e si chiude qualora uno dei due decida di mettere un punto alla storia. A fine puntata ne usciamo disorientati, salvati forse soltanto dalla conduzione di Simona Ventura, che resta una presenza rassicurante.

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Giornalista professionista, bolognese classe 1994. Dopo il Master in Giornalismo, approdo nella redazione romana del Tg5. A Milano svolgo l'attività di reporter per l'agenzia video Alanews, mentre a Napoli entro a far parte della redazione di Fanpage.it, dove dal 2019 mi occupo di Spettacolo, seguendo le sfide dell'intrattenimento dalla tv alle nuove piattaforme digitali.
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