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Grande Fratello Vip 2022/2023

Signorini contro Manfuso al GfVip è la prova che il patriarcato in Italia è più vivo che mai

Al Grande Fratello Vip, la lite Signorini-Manfuso sulle molestie non è che l’ennesima prova di come il dibattito italiano sia rimasto anni luce lontano da un mondo che cinque anni fa parlava di #metoo. E di come il patriarcato, nella nostra società, goda di ottima salute.
A cura di Maria Cafagna
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Cinque anni fa, due inchieste rispettivamente del The New York Times e del New Yorker smascherarono un pericoloso sistema omertoso che permetteva a uomini potenti di molestare e violentare rimanendo impuniti. Le giornaliste Jodi Kantor e Megan Twohey’s e il giornalista Ronan Farrow raccolsero decine di testimonianze di donne che sostenevano di essere state molestate, violentate e ricattate dal famoso produttore Harvey Weinstein; molte di loro non avevano denunciato alla polizia per timore di ritorsioni o perché non potevano permettersi di intraprendere un’azione legale contro quello che all’epoca era uno tra gli uomini più potenti e ricchi di Hollywood.

Alyssa Milano, una delle attrici che aveva raccontato di essere stata aggredita da Weinstein, lanciò su Twitter l’hashtag #metoo invitando altre donne a farsi avanti per raccontare la loro esperienza. L’hashtag prende il nome dall’omonimo blog dell’attivista Tarana Burke, che dal 2006 con la sua associazione forniva ascolto e assistenza alle donne vittime di violenza.

Sono passati cinque anni da quell’onda che partendo da Hollywood travolse tutto il mondo ed è tempo di fare dei bilanci e di farsi qualche domanda.

Cos’è cambiato dopo il #metoo? Tante cose, ovviamente. Anche solo il fatti che oggi si parli e si discuta di linguaggio inclusivo e si mettano in discussione pregiudizi e privilegi è il risultato di quelle battaglie. Ma per dirla con le parole dell’avvocata e scrittrice Ester Viola: “Festeggiamo il patriarcato che sta meglio di prima ed è in forma smagliante”. Forse questo non vale in assoluto, ma è vero che in Italia il patriarcato se la passa molto bene.

Fratelli d’Italia è il primo partito con un programma che ammicca alle teorie “anti-gender”, Matteo Salvini parla di un possibile prossimo Ministero della Natalità (cosa farà il signor ministro, ci bucherà i preservativi?) e il più importante partito di opposizione ha eletto solo il 30% di donne dopo aver passato gli ultimi mesi di campagna elettorale e berciare di parità di genere. Complimenti vivissimi.

Da queste parti siamo affezionate alla politica del tempo che fu che ci ha regalato tanti insegnamenti da cui trarre tesoro; quello che mi è più caro è attribuito a Palmiro Togliatti; leggenda narra che durante una riunione a Botteghe Oscure, Togliatti abbia interrotto il responsabile dell’organizzazione del Pci chiedendogli: “Che cosa ha fatto ieri la Juventus? E tu pretendi di fare la rivoluzione senza conoscere i risultati della Juve?”.

Tradotto: viviamo tutti in una bolla, da ben prima dei social network, e ogni tanto bisogna affacciarsi in quella degli altri e mettersi in ascolto, aguzzare bene la vista e prendere nota.

Sono passati anni da quella riunione a Botteghe Oscure e possiamo aggiornare l’insegnamento di Togliatti dicendo che chi vuole capire dove va il Paese deve guardare Canale 5 (oltre a sapere cosa ha fatto la Juve, ovviamente) perché è una rete che parla a un pezzo d’Italia che cerca leggerezza e spensieratezza. Cosa guardano queste persone? Queste persone guardano il Grande Fratello Vip e noi insieme a loro.

Reduce dal successo della puntata sull’abbandono della casa da parte di Marco Bellavia, il prime time del reality show di giovedì 6 ottobre sembrava un gattopardesco eterno ritorno all’uguale. I bulli a loro volta erano stati bullizzati e pertanto si avviavano tutti quanti verso l’indulto catodico secondo il principio che muove il sol e le altre stelle televisive: volemose bene.

E quindi tutto sembrava perdonato quando negli studi ha fatto il suo ingresso Sara Manfuso, la concorrente che pochi giorni fa avrebbe espresso il desiderio di lasciare la casa del Grande Fratello. Usiamo il condizionale perché durante l’abbandono di Manfuso le telecamere del GF erano spente e sono rimaste spente per diverse ore, cosa che non era mai successa nella storia del programma.

Manfuso è tornata in studio per raccontare la sua versione e si è scagliata contro l’ex concorrente Giovanni Ciacci e contro l’autore, presentatore e deus ex machina del programma Alfonso Signorini. Manfuso ha raccontato di essere stata toccata da Ciacci in maniera inopportuna e che lì per lì non ha saputo bene come agire perché sotto shock: "Conosci la mia storia – ha detto Manfuso a Signorini – Io sono stata vittima di violenza sessuale. Non volevo agevolazioni perché il mio passato è pesante. C'è stato un episodio importante. Ero in cucina con l'uomo che mi siede accanto (Giovanni Ciacci, ndr), che mi ha toccato il cu**, mi ha detto "simuliamo una violenza sessuale. Io ho riso e ho riso perché ero in imbarazzo, provavo vergogna e non se n'è accorto nessuno. Nessuno mi ha chiamato in confessionale, nessuno mi ha detto "Sara come stai" e nessuno ha capito che dietro quella risata c'era il dolore, la vergogna e l'umiliazione. Chiaro. Si vede solo quello che si vuol vedere”.

Su Twitter alcuni telespettatori hanno visto dietro le parole di Sara Manfuso una strategia per riabilitarsi agli occhi del pubblico dato che, una volta uscita dalla casa, aveva avuto modo di misurare il sentiment della sua permanenza al GF sui social; stesso discorso, chiaramente, può essere fatto per tutti, ivi compreso Giovanni Ciacci che una volta entrato in studio ha raccontato degli insulti ricevuti.

Vero o non vero quello che ha detto Manfuso, la risposta di Alfonso Signorini è stata questa: “Io dico che se uno mi tocca il c*** e non mi va, non sorrido e gli tiro un ceffone. Se ti ha dato fastidio, potevi dargli un calcio nel sedere. Ma Sara, non fa onore alla tua storia". Manfuso a quel punto lo ha accusato di sminuire la vicenda: "È come chi non va a denunciare subito, ho provato vergogna e imbarazzo. Ho rivissuto la vergogna". Non si è fatta attendere la risposta di Signorini: "Ma perché ti sei messa a ridere? Questa è retorica e io non ci casco”.

Il botta e risposta tra i due è continuato fino a quando Signorini, visibilmente alterato, non ha cacciato Sara Manfuso dallo studio in cui, verosimilmente, non metterà mai più piede.

Di brutte pagine di televisione ne sono state scritte così tante che potremmo riempirci la biblioteca de Il Nome della Rosa. Non serve contare quante brutte pagine di tv sono state scritte né ha senso stare qui a discutere di quanti messaggi pericolosi si lanciano a casa, di come reagirà il pubblico, di cosa proveranno le donne che non possono e non hanno avuto la possibilità di tirare uno schiaffone al molestatore di turno (col rischio che quello le denunci a sua volta).

Evidentemente a Signorini questo non interessa visto che non è nuovo a queste uscite: due anni fa si disse contrario all’aborto in ogni sua forma, pure a quello dei cani.

Il pensiero va a chi guarda il Grande Fratello da casa dopo una lunga giornata di lavoro, dopo l’arrivo dell’ennesima bolletta impossibile da pagare, dopo aver preparato la solita cena con gli ingredienti rincarati. A queste povere persone che cercano un po’ di leggerezza e di sano divertimento va il nostro pensiero e tutta la nostra solidarietà.

Come vedete il patriarcato fa male e nuoce anche a voi. Non dite che non vi avevamo avvertito.

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Maria Cafagna è nata in Argentina ed è cresciuta in Puglia. È stata redattrice per il Grande Fratello, FuoriRoma di Concita De Gregorio, Che ci faccio qui di Domenico Iannacone ed è stata analista di TvTalk su Rai Tre. Collabora con diverse testate, ha una newsletter in cui si occupa di tematiche di genere, lavora come consulente politica e autrice televisiva. -- Maria Cafagna   Skype maria_cafagna
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