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Non è la Rai e la truffa del cruciverbone, 30 anni fa il momento cult con Enrica Bonaccorti

Era il 31 dicembre del 1991 quando la conduttrice si ritrovò protagonista di uno dei momenti televisivi più iconici di sempre, smascherando una truffa bella e buona in diretta Tv.
A cura di Andrea Parrella
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È martedì 31 dicembre del 1991 quando Enrica Bonaccorti si ritrovava inconsapevolmente protagonista di un momento televisivo che passerà alla storia come una delle prime truffe televisive. Siamo su Canale 5, a poche ore dalla fine dell'anno, il programma è Non è la Rai, il primo trasmesso in diretta dalle reti Fininvest con frequenza quotidiana. È iniziato da soli due mesi e non è ancora diventato quel fenomeno di enormi dimensioni che si sarebbe poi rivelato, esplodendo definitivamente con la conduzione di Ambra Angiolini.

Tutto accadde a Non è la Rai

Bonaccorti è alle prese con una telefonata da casa per il Cruciverbone, un grande classico del quiz in Tv. Una concorrente al telefono infila una serie di risposte esatte e per niente semplici, con tanto di complimenti da parte della conduttrice, fino a che non si arriva al fattaccio. Prima ancora di dare la definizione, la concorrente, evidentemente distratta da un'interferenza, interpreta il complimento di Bonaccorti come la domanda stessa e legge (per altro male) la risposta senza che la conduttrice le abbia fatto la domanda. A quel punto la conduttrice ferma tutto e, indignata, rivendica la sua trasparenza chiedendo alla concorrente come facesse a conoscere la risposta ancor prima di sapere la domanda. Con grande imbarazzo, la donna al telefono farfuglia qualcosa, dice di aver sentito la domanda, poi aggancia.

Il racconto di Enrica Bonaccorti

Momenti simili si sono poi verificati in altre circostanze, particolarmente celebre e simile è il caso di Mara Venier a Domenica In, nel 1997. Tuttavia la telefonata di Bonaccorti resta un piccolo cult che inizialmente fece inviperire la conduttrice, che solo dopo la prese più alla leggere. Ecco come aveva descritto quei secondi in un'intervista rilasciata a Repubblica pochi giorni dopo, nel 1992:

"Io ho detto bravissima, ma come sai tutte queste cose? Lei deve essersi distratta e deve aver pensato che fossi già passata alla quinta parola. Ha risposto. Le ho detto adesso mi dici come fai a dare una risposta ad una cosa che non ti ho chiesto? Lei ha sostenuto che le avessi fatto la domanda. A quel punto le ho chiesto se voleva sentire la registrazione per rendersi conto che domanda non c' era stata, ho attaccato il telefono e mi sono sfogata ben bene. Ho detto che non mi sembrava giusto prendere in giro chi ogni giorno prova a telefonarci per guadagnare due soldi, magari per arrotondare una pensione misera; che questa era una provocazione alla mia attendibilità, io lavoro con i soldi dell' azienda ed ogni giorno mostro la mia faccia in televisione, sono dieci anni che faccio questo lavoro e una cosa del genere non mi era mai accaduta".

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