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Caso Scurati

Meloni incredula coi dirigenti Rai per il caso Scurati da Bortone: “Dovevano parlare subito di soldi”

Secondo un retroscena de La Stampa c’era una Giorgia Meloni incredula al telefono con il direttore Approfondimenti Corsini, reo di aver parlato di un no da motivazione economica prima di essere sbugiardato dallo screen che parlava di motivi editoriali. La premier avrebbe chiesto perché non si sia puntato subito sul far passare il messaggio dei troppi soldi chiesti da Antonio Scurati.
A cura di Andrea Parrella
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La giornata di sabato 20 aprile si ricorderà, con ogni probabilità, come una delle più complesse per la Rai negli ultimi anni. Il caso Scurati, la vicenda dello stop al suo testo sul 25 aprile con contenuti esplicitamente indirizzati alla premier Giorgia Meloni, rappresentano una ferita grossa per l'azienda, frutto di una dinamica dei fatti ancora poco chiara, in cui i dirigenti Rai hanno provato a giustificare il no a Scurati con una motivazione economica, traditi tuttavia dallo screen che ha iniziato a circolare nel pomeriggio di sabato, che indicava invece come editoriale la motivazione del no.

Proprio questo passaggio, stando alle ricostruzioni de La Stampa, avrebbe fatto letteralmente infuriare la premier Meloni. Il quotidiano ricostruisce le ore convulse della giornata di sabato, che dopo gli avvenimenti della mattina, dalla denuncia pubblica di Serena Bortone, alla risposta dei dirigenti, si è infuocata ancora di più con il post sui social di Meloni, in cui la premier accusa senza mezzi termini lo scrittore Antonio Scurati, ponendo la questione proprio sul piano dei soldi, uno degli strumenti retorici di cui Meloni sa servirsi meglio.

Le telefonate di Meloni con Rossi e Corsini

"La nota di Meloni è il frutto di un giro furioso di telefonate", scrive La Stampa, che ripercorre i colloqui telefonici tra la premier, il direttore generale e futuro amministratore delegato Rai Giampaolo Rossi e lo stesso Paolo Corsini. Proprio con quest'ultimo c'è stata l'interlocuzione relativa all'improvviso emergere della motivazione editoriale come ragione dello stop al monologo di Scurati. "Meloni è incredula", si legge sul quotidiano, "parla con Corsini, chiede perché non abbia usato immediatamente l'argomento del compenso. Corsini risponde che ‘motivi editoriali' è una formula standard , che si fa sempre così, che la Rai è pura burocrazia".

Il post di Giorgia Meloni contro Antonio Scurati

Insomma, Meloni avrebbe compreso subito che il modo migliore per evitare polemiche sarebbe stato quello di puntare sull'aspetto dei 1800 al minuto per quattro minuti, quelli a quanto pare concordati per la partecipazione di Scurati e che, non a caso, sono stati il tema centrale del post con cui Meloni ha tentato di delegittimare Scurati. In parte riuscendoci, sia per la strategia di comunicazione rivolta al "suo" pubblico, sia per il supporto della stampa più vicina all'area di destra, che domenica ha bersagliato l'autore con titolo come "Riecco l'uomo di M.", eufemisticamente sottolissimo riferimento al titolo della sua trilogia dedicata a Mussolini.

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