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Opinioni

Il Mercante in Fiera su Rai 2, Pino Insegno è un conduttore antipatico (e va bene così)

La prima puntata de Il Mercante in Fiera su Rai 2 è tanto rumore per nulla: in 35 minuti Pino Insegno dimostra di saper fare (bene) il proprio lavoro, pur non essendo simpatico tanto quanto la Gatta Nera Lavinia Abate, perennemente imbronciata senza motivo. Questo game show è poca cosa, ma comunque il suo test di Cooper: così si riscalda per approdare alla conduzione de L’Eredità, a gennaio 2024.
A cura di Grazia Sambruna
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Partenza in sordina per il ritorno di Pino Insegno nel Servizio Pubblico. Da lunedì 25 settembre il fu Premiata Teleditta è al timone del game show Il Mercante in Fiera su Rai 2, la cui prima puntata è durata neanche il tempo di dire “raccomandato”. La polemica intorno l'amicizia del conduttore con Giorgia Meloni ha infiammato l’estate e ora ritroviamo il doppiatore alla guida di un programma rimasto tale e quale a come era nel 2006, a parte il fatto che dura solo 35 minuti (20 in meno dell’originale Mediaset). Se non conoscete il meccanismo di gioco, vi sembrerà di stare di fronte a un reparto psichiatrico: nessuna introduzione, si comincia nel pieno dell’azione, con i concorrenti già schierati al tavolo a mercanteggiare carte bizzare, dalla “Becchina” alle “TikToker” nella speranza di accaparrarsi il montepremi finale secondo regole che nessuno si prende la briga di spiegare. Sullo sfondo, una nuova Gatta Nera, Miss Italia 2022 Lavinia Abate, sostituita in corsa e francamente evitabile. Cosa funziona e cosa no di questa edizione col fiatone de Il Mercante in Fiera?

Il diavolo sta nei dettagli e, allora, notiamoli: il programma è partito senza un hashtag di riferimento preciso (#IlMercanteInFiera? #MercanteinFiera?) e con scarno lancio pubblicitario. A fare notizia, più che altro, il licenziamento della modella Candelaria Solorzano, in principio nuova Gatta Nera, fatta fuori per via di una storia Instagram in vacanza con gli amici dove la Rai e non solo l’ha vista arrotolarsi e fumare una “sigaretta particolare”. La sventurata non si è persa poi molto. Il ruolo è minimo e pure respingente: ben lungi dalla sensualità di Ainett Stephens, oggi la Gatta Nera appare castigatissima, quasi vestita da ufficio e con un volto perennemente imbronciato, quello di Lavinia Abate che, probabilmente per copione, sembra non mangiarsi una gioia dal ‘95, prima ancora di venire al mondo.

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Il mio nome in inglese è John I Teach”, dice tronfio Pino Insegno a metà puntata. E nessuno ride. Il conduttore è un ottimo imbonitore che mercanteggia carte con grande, melliflua abilità. Al tempo stesso, mostra di avere ancora parecchio da lavorare sull’empatia. “Le piacerebbe essere rapita dai pirati, eh?”, chiede a una concorrente fresca di doppia laurea e lei gli risponde, secca, “No”. Con il TikToker “da 240mila follower” non va certo meglio: “Possiamo diventare amici? – gli domanda – così ne avrai 241mila!”. La matematica non sarai mai il nostro mestiere. Ma qualcosa non torna. A meno che un follow di “John I Teach” non valga mille unità. Per il momento non sembra esserci grande simpatia tra conduttore e concorrenti ma questo non è per forza un male: il mercante è lì anche per spingerli all’errore, non per farci amicizia. Le musiche che partono allo svelamento di ogni carta sono settate a un volume che ricorda quello degli spot Mediaset di Adrian. Echi di un incubo.

Dal primo gennaio 2024, Pino Insegno prenderà il posto di Flavio Insinna al timone dell’Eredità e lì dovrà dimostrare di essere in grado di entrare in sintonia con i concorrenti. Oppure, vedremo un game show completamente diverso. Detestare a prescindere un personaggio (anche) televisivo che è nei nostri piccoli schermi da metà anni Ottanta è una giostra su cui non ha gran senso salire. Sa la tv è, spesso, brutta, non può essere tutta colpa di Pino Insegno e di certo non lo è per via questo Mercante in Fiera, talmente breve che forse perfino l’Auditel farà fatica a rilevarlo. Rappresenta, in buona sostanza, il test di Cooper di “John I Teach” che comincia ufficialmente il riscaldamento per arrivare, fra qualche mese, alla conduzione de L’Eredità su Rai 1. “Ora le anticipazioni del Tg2, non andate via perché tanto io rimango qua”, dice verso fine puntata a mo’ di promessa. Che saranno in molti a leggere come una minaccia.

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Sto scrivendo. Perennemente in attesa che il sollevamento di questioni venga riconosciuto come disciplina olimpica.
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