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Brahmācarya e Ayahuasca, le pratiche di Raz Degan a Belve: cosa significano le parole e in cosa consistono

Brahmācarya e Ayahuasca: cosa sono le pratiche spirituali di Raz Degan. Nell’intervista a Belve, l’attore ha spiegato i suoi rimedi per cercare di raggiungere l’armonia interiore e preservare l’energia sessuale.
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Al centro Raz Degan durante Belve. A sinistra la raffigurazione del Brahmācarya, a destra la cerimonia di assunzione dell'Ayahuasca
Al centro Raz Degan durante Belve. A sinistra la raffigurazione del Brahmācarya, a destra la cerimonia di assunzione dell'Ayahuasca
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Raz Degan, ospite di Belve, ha pronunciato quelle parole che hanno fatto accendere una spia agli spettatori: "Fai sesso ma non eiaculi". Si è aperta una finestra su un mondo che la maggior parte degli italiani conosce molto poco, o non conosce affatto. Parliamo delle discipline spirituali orientali applicate alla vita moderna. L'attore, 56 anni, ha rivelato di praticare la ricerca interiore da oltre vent'anni, di fare il Brahmācarya e di fare uso di Ayahuasca. Parliamo di due percorsi differenti che però sono considerati tra i più profondi e controversi del panorama spirituale contemporaneo.

Brahmācarya, la tecnica che preserva l'energia sessuale

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il Brahmācarya non è semplicemente astinenza sessuale. La parola deriva dal sanscrito e significa letteralmente "condotta in armonia con il Brahman" o "muoversi verso il divino". Secondo la tradizione indiana, l'astinenza sessuale e la purificazione dai bisogni terreni favoriscono una completa dedizione alla meditazione che conduce alla realizzazione spirituale. La pratica descritta da Degan, sintetizzata col "Fai sesso ma non eiaculi", si riferisce a una tecnica specifica all'interno del Brahmācarya. Il controllo dell'organo della riproduzione è finalizzato a evitare la dispersione del "virya", considerato l'essenza vitale dell'uomo. Secondo l'Ayurveda, questa sostanza è preziosa perché rappresenta l'ultimo prodotto di una complessa trasformazione corporea. Si parla anche di Kundalini, l'energia creatrice che, secondo la cultura indiana, risiede nella colonna vertebrale e nutre le capacità riproduttive dell'essere umano. Disperdendo l'energia sessuale, non si ha la possibilità di incontrare uno stato di Kundalini.

Praticare il Brahmācarya nella vita di oggi

Per chi pratica il Brahmācarya, diventare brahmachari significa essere estatici per natura propria. Si può essere in coppia, eppure essere ugualmente brahmachari, perché si è gioiosi per propria natura, non si cerca di estrarre gioia dal proprio partner. Nel mondo moderno, l'interpretazione del Brahmācarya si è adattata ai cambiamenti sociali. Oggi si pone l'accento su moderazione, equilibrio e consapevolezza nella vita quotidiana. Per un praticante laico che vive nel mondo moderno, il rispetto del Brahmācarya assume due significati principali: il controllo degli organi di riproduzione e il più generale controllo degli organi di senso. La pratica comporta benefici concreti secondo chi ne fa uso: grande energia, mente luminosa, una grande forza di volontà, un intelletto acuto, una straordinaria memoria e un grande potere di ricerca spirituale.

Raz Degan durante la meditazione
Raz Degan durante la meditazione

Che cos'è l'Ayahuasca: gli effetti e il potere terapeutico

L'altra pratica rivelata da Degan riguarda l'uso dell'Ayahuasca. L'ayahuasca è chiamata anche "liana degli spiriti": il significato della parola in lingua quechua è appunto questo. Parliamo di un decotto a base di diverse piante amazzoniche ha effetto purgante e psichedelico. Da più di cinquemila anni, gli sciamani dell'Amazzonia lo utilizzano come espansione della coscienza. Le persone che assumono l'Ayahuasca possono andare incontro ad allucinazioni, spesso rivisitano traumi del passato che hanno influenzato la loro vita e le loro relazioni. Tra i principali effetti l'esplorazione spirituale, la guarigione emotiva, l'autoconoscenza e il potenziale trattamento delle dipendenze. Chi ne fa uso, in genere, smette di essere dipendente da qualsiasi sostanza o pratica negativa e comincia a essere più gentile verso se stesso.

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