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Sofia Carollo, vincitrice di Summer Job: “Ci dicono che siamo mammoni, hanno un’idea distorta”

Sofia Carollo, 20 anni, attrice e TikToker della periferia romana, è la vincitrice del primo reality Netflix sulla generazione Z. “Ci dicono che siamo ‘mammoni’, che non vogliamo lavorare. Hanno un’idea distorta della nostra generazione”, assicura a Fanpage.it. “Abbiamo fame di indipendenza e voglia di creare cose da zero”.
A cura di Giulia Turco
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Sofia Carollo è la vincitrice di Summer Job, il primo docu-reality targato Netflix Italia che esplora il mondo della Generazione Z. Un gruppo di ventenni crede di partire per una vacanza da sogno in Messico, ma non sanno che una volta arrivati dovranno guadagnarsela giorno per giorno, lavorando sodo per le attività locali.

Un luogo comune da sfatare, quello dei giovani di oggi che non sanno rimboccarsi le maniche. “Hanno una versione un po’ distorta di noi”, spiega Sofia. “Non accettano che per guadagnarsi da vivere alcuni di noi lavorino sui social anziché fare il cameriere e che magari guadagnino più soldi di tanti professionisti. La novità va accolta, è qualcosa di cui andare fieri”.

Quindi non è vero che i ragazzi di oggi non sanno cosa significa davvero lavorare…

Non siamo tutti così e lo scopo del programma era proprio questo: dimostrare che non siamo una generazione che se ne sta con le mani in mano o che pensa che ci sia tutto dovuto. A Summer Job ci siamo messi tutti in gioco. Se ci impegniamo sappiamo ottenere dei risultati. Anche i più restii al lavoro lo hanno fatto. Se si ha un obiettivo si può sempre cambiare…

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Alla base del meccanismo di gioco del programma, il tema dei soldi è ricorrente. Avevate a disposizione un montepremi comune da "spendere" in svago e attività. Personalmente che valore dai al denaro?

Sono cresciuta nella periferia di Roma, Centocelle. Qui nessuno ha una lira. Da un lato è un limite, perché i soldi ti permettono di fare esperienze, di conoscere il mondo, di viaggiare. Al tempo stesso, però, il mio quartiere mi ha dato tanto: i legami sono disinteressati e autentici, non ci sono secondi fini nelle amicizie. Poi, non avere soldi ti fa crescere con la fame di rivalsa.

E in cosa consiste la rivincita di una 20enne di periferia?

Per me rivincita significa essere serena. Vivere senza la preoccupazione di non arrivare a fine mese, avere una casa mia, una famiglia, l'essenziale insomma. Magari poi, anche concedermi qualche viaggio. È una cosa comune tra i ragazzi con i quali sono cresciuta: abbiamo il forte desiderio di costruirci una vita migliore.

Il montepremi che hai portato a casa con la vittoria adesso come lo spenderai?

Mi è arrivato da poco. Vorrei sicuramente aiutare la mia famiglia e magari comprarmi qualche tuta. Poi li terrò da parte per gli studi, per pagare la mia accademia di recitazione, per le cose che prima non potevo permettermi.

Quindi proverai a conciliare il tuo bisogno di stabilità con la carriera da attrice?

Assolutamente, voglio vivere di quello. Da ragazzina ho fatto la cameriera, la promoter, so cosa significa fare un lavoro che non ti piace e non è quello che voglio. Ho iniziato a recitare in parrocchia, poi mi sono diplomata in cinematografia. Ora voglio impegnarmi con la dizione: con il mio accento romano posso fare giusto Skam o Suburra. Sarebbe meraviglioso, per carità, ma voglio avere più opportunità.

Come rispondi a chi critica l'illusione dei giovani di fare "soldi facili" con i social? La TikToker è un vero mestiere?

Chi critica il mondo dei social è un "boomer" e lo fa per ignoranza, perché non sa neanche come funzionano, o perché magari è frustrato dal proprio lavoro. Noi siamo nati e cresciuti in questo mondo e, personalmente, mi piace un sacco. La gente non si rende conto che dietro la creazione dei contenuti c'è un lavoro immenso. Per fare un singolo TikTok possono servire anche più giornate, occorre incontrare persone, preparare shooting, montare video.

Il giudizio degli altri ha sicuramente un peso importante in questo mondo. Come si sopravvive agli hater?

Credo non si debbano ignorare del tutto i giudizi negativi. Il feedback degli utenti è importante per capire se la direzione che hai preso è quella giusta oppure no. Sarò impopolare, ma i social sono pieni di persone con una sensibilità che sanno indirizzarti. Poi certo, agli insulti gratuiti non rispondo, ma quelli neanche mi toccano.

Meglio o social o la tv?

Social. Lì posso essere sempre me stessa, dire quello che penso, essere creativa. In tv ci sono tanti ruoli da rispettare, un target da seguire, argomenti con i quali mantenersi in linea. A volte sei "costretto" a dire determinate cose. In tv, però, si guadagna di più, questo è certo.

Vi definiscono Generazione Z, senza davvero conoscervi. Ma la generazione Z come si definisce?

Io mi sento un po' la "queen" della generazione Z: seguo i trend, ascolto la trap. Abbiamo valori in comune, soprattutto un grande desiderio di autonomia e indipendenza, la voglia di creare qualcosa da zero. Ci dicono che siamo "mammoni", ma non è affatto vero. Conosciamo il potere dell'aggregazione e questo è merito dei social, che ci connettono con chi ha interessi in comune con noi.

Indipendenti, ma sempre legati alla famiglia, almeno nel tuo caso. Durante il programma hai sentito una forte nostalgia per i nonni. Come spieghi questo legame?

La mia famiglia resta un punto di riferimento del quale ho bisogno. Ho scoperto che tanti ragazzi della mia età hanno un legame viscerale con i nonni, che per me sono fondamentali. Nulla a togliere ai genitori, però magari loro sono più impegnati con le loro vite, i nonni ti crescono e, paradossalmente, sono spesso più compresivi.

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