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Giuliana De Sio: “Mia madre alcolizzata e aggressiva, scappai per salvarmi”

L’attrice Giuliana De Sio ricorda il rapporto difficile con la madre: “Era una donna infelice. Beveva fino a diventava aggressiva e sgradevole”.
A cura di Stefania Rocco
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Giuliana De Sio, attrice dal carattere volitivo e dalla tempra robusta, racconta il difficile rapporto con la madre. In un’intervista al Corriere, l’attrice si mette a nudo ricordando i motivi che, giovanissima, la spinsero a lasciare casa sua a Salerno per tentare di costruirsi un futuro altrove. Tra questi anche il legame intermittente con la donna che l’ha partorita.

Giuliana De Sio: “Mio padre se ne andò, mia madre era infelice”

A crescere Giuliana e la sorella Teresa De Sio – altra artista affermata – è stata soprattutto sua madre. Il padre avvocato decise di abbandonare la casa familiare quando le figlie erano ancora due bambine. “Una famiglia difficile. Mio padre, avvocato, se ne andò di casa molto presto, quando mia sorella Teresa ed io eravamo bambine. Mia madre, laureata in medicina, senza aver mai praticato la professione, cominciò a bere”, ricorda l’attrice 66enne:

Era una donna infelice, una delle più infelici che abbia mai conosciuto. Difficile stare vicino a una persona alcolizzata, che oltretutto è tua madre. La mattina, fino a una certa ora, era ancora lucida, e mi pareva di intravedere in lei una mamma come tante altre, diciamo normale. Poi iniziava a bere birra, diventava aggressiva, sgradevole, solitaria, chiusa in sé stessa, e non era più mia madre. Io facevo uno slalom, tra i suoi momenti di lucidità e quelli in cui era fuori di testa, per instaurare un possibile rapporto con lei. Il bello e il brutto, li affrontava bevendo. Quando me ne andai via, ne soffrì molto, ma non avevo altra scelta, non vedevo l’ora di abbandonare tutta quella pesantezza, e mi sono salvata.

La lotta al Covid: “Un’esperienza traumatica”

Giuliana De Sio è stata tra i primi italiani a risultare positiva al Covid. Era l’inizio del 2020 e la pandemia non era ancora entrata nel vivo in Italia. Lo avrebbe fatto poco dopo, quando l’attrice fu ricoverata allo Spallanzani in condizioni serie: “Era il febbraio 2020, inizio pandemia, non ancora vaccinata, sono stata contagiata probabilmente perché giravo con la compagnia nei teatri di tutta Italia. Un’esperienza traumatica, distopica. Sono finita con urgenza allo Spallanzani, chiusa in una stanza, una cella, senza capire cosa mi stesse accadendo, né sapere cosa succedeva fuori, perché nessuno poteva venire a trovarmi. Poi in camera arriva un televisore, vedo la tragedia, le file di bare, e ho capito che di quella cosa potevo morire. Nella mia vita sono sopravvissuta a tante cose, pure stavolta ce l’ho fatta… devo avere una buona fibra”.

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