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Valerio Lundini: “Una Pezza era previsto che non si facesse, non c’è da strapparsi i capelli”

Valerio Lundini parla del successo del suo show, non rinnovato per una nuova stagione nonostante le polemiche degli affezionati, e riflette su cos’è che fa davvero ridere oggi e del suo modo di fare ironia in televisione.
A cura di Ilaria Costabile
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Valerio Lundini è diventato uno dei protagonisti più chiacchierati della tv già da qualche anno, per il suo modo irriverente e non banale di fare spettacolo, soprattutto di far ridere. Il suo show, "Una pezza di Lundini" non è stato rinnovato per una nuova stagione scatenando il malcontento di un pubblico che era solito soffermarsi fino a tarda notte per assistere alle iconiche interviste del comico e cantautore romano: "Era già previsto che non si facesse, era anche giusto fermarsi, il rischio di farlo diventare meno brillante o un altro tipo di programma, c'era. Non c'è da strapparsi i capelli, poi magari dopo un anno ci inventiamo altro" ha dichiarato intervistato da La Repubblica.

Il successo di Una Pezza di Lundini

"Una pezza" così come è stato chiamato sui social per tutto il tempo che è comparso sul piccolo schermo, è stato un programma a suo modo rivoluzionario, ed ha avuto un riscontro immediato del pubblico: "I problemi sono stati legati alle difficoltà di trovare un orario costante nella messa in onda, per chi voleva vederlo in diretta". E alla fine come collocazione si è scelta la seconda serata, mentre è dal punto di vista autoriale che sente di aver avuto qualche difficoltà:

Dal punto di vista della creatività, ho notato una certa pigrizia. Mai trovato gente brillante. Con Nino Frassica, e Lillo e Greg è stato bello. Non hanno mai detto: questo il pubblico non la capisce. Il grande alibi. Le cose strane la gente le ha capite, poi magari non hanno ottenuto il 200% di share. L'alibi è pensare che la tv la veda un determinato pubblico. Qualcuno ha smesso di rispettarlo tempo fa.

Lundini apprezzato da adulti e giovani

In effetti un nodo interessante del successo di Lundini è dato proprio dalla tipologia di pubblico che lo segue, piuttosto variegato ed eterogeneo. È riuscito con la sua ironia ad incuriosire adulti e anche i ragazzi e a questo proposito dice: "W il pubblico giovane ma sono contento che mi fermino persone dell'età dei miei genitori. I giovani pensano: "I matusa non capiscono", e questo mi indispone. Già adesso soffro per l'età. Se personaggi che stimo e hanno più di 60 anni dicono una frase fuori posto sono attaccati. Io vengo perdonato, e a volte non merito il perdono. Non sopporto il razzismo per l'età". In merito, invece, alla sua capacità di scatenare il riso in chi lo guarda, Lundini risponde:

Non penso di far ridere ma di creare situazioni assurde, lo stupore può far ridere o piangere. Da me in studio non rideva nessuno, il pubblico non applaudiva. Se lo avesse fatto per ogni cavolata detta da me o da Emanuela Fanelli sarebbe stata la fine.

Mentre su cos'è che lo fa ridere, Valerio Lundini risponde: "Mi fanno ridere cose che non nascono per far ridere. Amo le cose volgari se sono infantili e non ammiccanti: le parolacce dette da un bambino". 

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