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Matteo Giunta dopo Pechino Express: “Figli con Fede? Se arriveranno bene, ma non sarà un chiodo fisso”

Matteo Giunta si racconta dopo l’avventura di Pechino Express, nella quale è arrivato secondo insieme alla moglie Federica Pellegrini. I due vivendo questa esperienza si sono uniti ancor di più, mostrando dei lati inediti della loro coppia.
A cura di Ilaria Costabile
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Finita l'avventura di Pechino Express, dove Matteo Giunta e Federica Pellegrini, i Novelli Sposi, sono arrivati secondi, l'allenatore si è raccontato in un'intervista a Vanity Fair in cui ha sottolineato come questa esperienza abbia permesso loro di unirsi ancor di più e costruire dei ricordi indimenticabili. In quanto alla vittoria non conquistata per un soffio ha dichiarato: "Vincere la finale sarebbe stato qualcosa in più, ma non toglie nulla a quello che abbiamo fatto. L'importante era non essere eliminati"

La sfida a Pechino Express

Matteo Giunta non ha paura di essere definito il "marito di", sebbene lui abbia avuto un ruolo determinante nella carriera di Federica Pellegrini: "Quando mi sono innamorato di Fede, non ho mai pensato a queste cose perché non mi interessano. Sono fiero di quello che Fede è e che ha conquistato, quindi essere suo marito non potrebbe mai avere una connotazione negativa. Prima la supportavo come allenatore e adesso come marito in una vita di coppia". Ed è in quanto coppia, insieme, che sono riusciti a superare le varie tappe di un percorso che non è stato affatto semplice da portare a termine:

Una sfida con te stesso che condividi inevitabilmente con il tuo partner. Per me è stato importantissimo farla con Fede perché è un'esperienza che non avrei fatto con nessun altro. È un programma molto duro, che ti mette alla prova come persona e come coppia, ma è stato bellissimo vedere che abbiamo sempre trovato un'affinità.

La vittoria non è arrivata, sebbene fossero tra le coppie più temute, ma alla fine a conquistare la finale sono stati gli Italo-Americani, Joe Bastianich e Andrea Belfiore, con i quali non sono mancati gli screzi: "Non abbiamo trovato un'affinità, ma è un gioco e va bene così. Ci sono onestamente rimasto un po' male quando sono stato dipinto come una persona cattiva nei confronti della popolazione locale, perché non è vero". 

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Il rapporto tra Matteo Giunta e Federica Pellegrini

Dal punto di vista umano, Pechino Express è stato fondamentale e anche il pubblico ha capito qualcosa in più di una coppia che da sempre ha attirato l'attenzione dei media. Molti i commenti di chi ha visto predominare l'ex campionessa sul marito: "Il nostro è un rapporto di confronto in cui ci ascoltiamo molto, quindi direi di no". Oltre all'aspetto spirituale, non è mancata un'intesa anche fisica, come lascia intendere Matteo Giunta alla domanda sull'aver consumato anche durante il gioco: "C'è chi consuma e chi no, non è necessario. Il sesso, in generale, è importante. Che tu sia a casa a Verona o in Cambogia. La lascio così, sul vago". Se l'aspetto intimo è indice anche dello stato di salute di una coppia, si può dire che i Novelli Sposi sono riusciti a superare indenni diversi aspetti, lasciando scoprire al pubblico anche dei lati inediti di sé, dai semplici tatuaggi alla complicità nei momenti di tensione:

Ho iniziato a tatuarmi nel 2015, prima no. Ero molto spaventato dalla parola ”per sempre": il discorso includeva i tatuaggi, ma anche l'idea di sposarmi. Poi, crescendo, sono cambiato. Lo capisci quando trovi una persona di cui ti innamori follemente. Avevo paura di cambiare idea, di non essere contento delle mie scelte. Quando si è persone in continuo cambiamento il ”per sempre" non va molto d'accordo.

I 41 anni sono arrivati da poco per Matteo Giunta e l'unica riflessione che sente di poter fare in merito è questa: "Il tempo è la cosa più preziosa che abbiamo, la mia paura è non goderne abbastanza e non usarlo nel modo corretto. Sto vivendo un periodo della mia vita in cui sono felice, ma non va bene vivere con la paura di sprecare il tempo: devi mediare". A proposito del tempo, in relazione all'idea di avere dei figli risponde: "Se arriveranno, li accetteremo con gioia, ma non possono diventare un chiodo fisso". 

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