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Jamie Lee Curtis sulla chirurgia estetica: “Abbiamo cancellato una generazione di volti naturali”

In un’intervista Jamie Lee Curtis ha parlato della sua scelta di non sottoporsi a ritocchi estetici, denunciando un sistema che ha trasforma la finzione in standard: “Il falso è diventato il meglio”.
A cura di Eleonora di Nonno
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Nell'immagine che apre l'intervista rilasciata al Guardian, Jamie Lee Curtis indossa labbra finte di plastica e ha il viso tirato all'inverosimile, come se volesse indossare un altro volto. Ma è proprio in quella maschera che si rivela tutta la sua rabbia contro un sistema che spinge le donne a modificare il proprio aspetto fisico. A 66 anni l'attrice ha scelto di mostrare con fierezza i capelli grigi e i segni del tempo, opponendosi a un'industria – come quella del mondo dello spettacolo – che sembra considerare la chirurgia estetica un requisito necessario. "Abbiamo annientato una generazione di volti umani naturali", dice senza mezzi termini.

Jamie Lee Curtis sulla chirurgia estetica: "Una volta che cominci non finisci più"

"Ho sempre parlato del genocidio di una generazione di donne da parte del complesso cosmeceutico-industriale". Parole forti quelle della star di Hollywood, che non si limita a criticare la chirurgia estetica in sé, ma punta il dito contro un'intera cultura dell'immagine che ha reso l'invecchiamento un'anomalia e la finzione uno standard. E ancora: "Credo davvero che abbiamo cancellato una generazioni di volti umani naturali. Si sono sfigurate. E ora, con l'AI, il filtro facciale è diventato lo standard. Il falso è diventato il meglio". Quello che l'attrice descrive è un panorama in cui il volto umano, che con le sue asimmetrie e le sue tracce di vita racconta una storia, è diventato qualcosa da correggere e da levigare fino a incasellarlo in modelli socialmente accettabili.

Lindsay Lohan e Jamie Lee Curtis
Lindsay Lohan e Jamie Lee Curtis

Il giudizio di Curtis non è rivolto alle singole donne, né alle loro scelte, come dimostra il rispetto con cui parla della collega Lindsay Lohan (finita al centro dell'attenzione proprio per via del glow up degli ultimi anni). La sua è una denuncia che mette in discussione i canoni imposti e le dipendenze che essi generano. Perché, come lei stessa dice: "Una volta che cominci, non smetti più". Un discorso che riflette bene quanto raccontato in The Substance, body horror in cui Demi Moore interpreta un'icona televisiva ossessionata dal declino fisico e che mette in luce le pressioni verso la giovinezza eterna, mostrando fino a che punto si è disposti a spingersi pur di restare in auge.

"The Substance è reale": i commenti su Donatella Versace

Non stupisce, allora, come sui social la frase "The Substance è reale" qualche tempo fa sia stata associata alle immagini di un red carpet di Donatella Versace. La trasformazione della stilista aveva generato stupore, con i suoi ritocchi estetici celebrati come una forma di magia. La sostanza immaginaria del film di Coralie Fargeat era stata accolta quasi come qualcosa di auspicabile. Elizabeth Sparkle, protagonista della pellicola, o qualunque altra donna sotto i riflettori, non può permettersi di invecchiare, di cambiare, di "ammaccarsi". E quando lo fa, o trova un antidoto o viene espulsa dal campo visivo. Sulla questione è intervenuta anche Maura Gancitano, che in un'intervista a Fanpage.it aveva analizzato diversi aspetti del film intrecciandoli con la società attuale: "Sempre più ragazzi giovani sono spinti ad avere il controllo sul proprio corpo, a guardarlo come un oggetto che deve essere bello esteticamente".

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