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Francesca Barra: “Foto di me nuda create con IA su un sito per adulti. È una violenza, ma la vergogna non è mia”

Francesca Barra è tra le vittime del sito per adulti che spoglia le donne con l’intelligenza artificiale. A Fanpage.it, la conduttrice e giornalista racconta la sua esperienza e spiega perché ha deciso di denunciare pubblicamente: “L’ho fatto per i miei figli, voglio che sappiano che a doversi vergognare sono coloro che questi reati li commettono”.
A cura di Sara Leombruno
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Dopo il caso del gruppo Facebook Mia moglie e Phica, in rete è emerso un nuovo spazio digitale dove l’intelligenza artificiale viene usata per spogliare le donne senza il loro consenso. Tra le sezioni più indegne del sito in questione, ci sono quelle denominate "AI undress anybody" e "Italian nude vips", dove compaiono volti noti dello spettacolo e influencer denudate digitalmente. Tra questi nomi c’è anche quello di Francesca Barra, giornalista e conduttrice. In quest'intervista a Fanpage, racconta come l'ha scoperto e perché ha deciso di denunciare pubblicamente:  "Mi sono sentita violata, ma ho deciso di parlarne per i miei figli. Perché capiscano che non sono le vittime a doversi vergognare".

Come hai scoperto di essere finita su quel sito?

Ho ricevuto una segnalazione. Ad avvisarmi è stato un uomo, questo mi ha fatto sentire sollevata, perché significa che stanno cominciando a comprendere che non si tratta più di un gioco.

Qual è stata la tua prima reazione?

I primi sentimenti sono stati quelli di rabbia e paura, misti a un certo senso di schifo. Ho mandato la foto a mio marito Claudio Santamaria e abbiamo riflettuto su cosa fare. Mi sono chiesta cosa sarebbe potuto succedere se una cosa del genere fosse successa a mia figlia che ha solo 12 anni. O alle ragazze più fragili, che non hanno ancora gli strumenti per potersi difendere e denunciare.

L’hai detto subito ai tuoi figli?

Ne ho parlato con mio figlio maggiore, che ha 19 anni. Ho deciso di rendere pubblica la vicenda proprio per loro. Da poco avevo discusso una tesina del Master in Criminologia e il tema era proprio questo: molti dei reati su cui cerchiamo di sensibilizzare i ragazzi, come il cyberbullismo, sono in realtà lo specchio delle fragilità degli adulti. Siamo noi i primi a compiere quegli abusi e a garantire impunità verso chi commette cose simili.

Hai detto di aver denunciato pubblicamente per dare un messaggio a loro. A tua figlia minore, invece, come l’hai spiegato?

Dirlo al maggiore è stato più semplice, a un'età simile l'avrebbe scoperto da solo o, peggio ancora, avrebbe potuto dirglielo qualcun altro, quindi ho preferito farlo io. Quanto a mia figlia, vorrei capisse che non siamo noi a doverci vergognare e che questa battaglia è anche per lei, perché la vittimizzazione secondaria che spesso colpisce le ragazze e le vittime di questi crimini è terribile. A doversi vergognarsi sono coloro che questi reati li commettono.

Le foto di Francesca Barra manipolate con Ia, pubblicate da lei sui social.
Le foto di Francesca Barra manipolate con Ia, pubblicate da lei sui social.

Quindi hai deciso di parlarne sui social.

Sì, e da quando l'ho fatto molti genitori mi hanno scritto per raccontarmi che è successo anche alle loro figlie, spesso su Telegram. Ho pensato ai tanti ragazzini che si tolgono la vita per la vergogna o il senso di pudore. Il problema non è solo se sei tu o no in quelle immagini – che già è un reato – ma far capire che la mancanza di consenso è un pericolo enorme. Puoi anche decidere di mostrarti, ma dev’essere una tua scelta.

Aveva già vissuto esperienze simili?

Sì, ero finita anch'io su Phica.net, ma in quel caso non si trattava di manipolazioni, erano mie foto commentate in modo volgare. Qui, invece, è diverso. Hanno preso la mia faccia da immagini scattate in ambienti di lavoro – a Mediaset, negli studi del Palatino, nella redazione di Piero Chiambretti – e l’hanno montata su corpi nudi, con parti intime manipolate. È una vera violazione del corpo. Mi sono sentita violata, è una violenza di stampo sessuale, una sensazione terribile.

Hai sporto denuncia?

Sì. Oggi il mio avvocato Davide Leggi depositato la denuncia in Procura tramite il portale telematico.

Pensi che ci sia un vuoto legislativo su reati come questi?

Sì, ma non solo. Prima di tutto, esiste una categoria di "consumatori" che non ha capito che non si tratta di un gioco. Finché esisterà qualcuno che sa che quelle immagini sono false, create senza consenso, ma comunque le guarda, le commenta e si diverte, il problema resterà. Se non agiamo anche dal punto di vista culturale, se non costruiamo una vera cultura del rispetto e del consenso, potremo anche approvare tutte le leggi del mondo, quei siti chiuderanno e riapriranno altrove. Il rispetto per il corpo e per la libertà delle donne deve diventare un valore collettivo.

Alcune delle categorie presenti sul sito per adulti in questione
Alcune delle categorie presenti sul sito per adulti in questione

Quali sono, secondo te, le prime azioni concrete da fare per tutelare le vittime di deepfake o cyberbullismo?

Bisogna creare un’alleanza tra le parti. Non si deve eliminare l’educazione sesso-affettiva dalle scuole, ma renderla obbligatoria. Credo che a fare davvero la differenza siano le testimonianze dirette. Se parla un esperto è utile, ma se parla chi ha vissuto il dolore sulla propria pelle il messaggio arriva molto più forte. E poi serve una sorta di "daspo" per chi gestisce questi siti: chi usa la rete per commettere reati non dovrebbe più poterne usufruire.

Hai sentito altre colleghe coinvolte?

Non ancora, ma ho lanciato un appello pubblico a tutte le persone che si sentono violate o abusate, e anche alle donne della politica, trasversalmente. Io ci sono sempre stata, nel mio lavoro, dalla parte delle vittime di violenza. Spero che si possa arrivare a un’azione collettiva, non solo contro un singolo sito, ma contro un intero sistema culturale che non rispetta il consenso. Deve diventare una battaglia di tutte noi.

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