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Barbara Alberti: “Ho pensato al suicidio come antidoto al mio terrore di invecchiare”

Barbara Alberti, alla soglia degli 80 anni, si è raccontata in un’intervista rilasciata a Oggi.it. La scrittrice ha riflettuto sulla vecchiaia e sulle lezioni che le ha insegnato.
A cura di Daniela Seclì
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L'11 aprile, Barbara Alberti festeggerà il traguardo degli 80 anni. Così, in un'intervista rilasciata a Oggi.it, ha fatto una riflessione sulla vecchiaia – come si è rivelata e le lezioni che le sta insegnando – ma anche sulla morte, di cui un tempo accarezzava l'idea proprio come rimedio per non invecchiare.

Barbara Alberti e il pensiero del suicidio

Barbara Alberti ha raccontato che per anni, si è sentita angosciata all'idea di invecchiare. Per questo le capitava di pensare al suicidio, sebbene avesse la certezza che non si sarebbe mai spinta fino a tanto:

Ho avuto per anni il terrore della vecchiaia, una paura infinita che mi portava a corteggiare l’idea del suicidio. Intendiamoci, per onestà devo ammettere che non lo avrei mai fatto: mancava la volontà, ma c’era l’idea, così quando ho compiuto 30 anni ho spostato la data della dipartita a 35. Raggiunti i 35 la linea rossa l’ho posticipata a 40…

Cosa le ha insegnato la vecchiaia

Man mano che gli anni passavano, però, Barbara Alberti ha compreso che non c'era nulla da temere nella vecchiaia. L'importante era impegnarsi per incidere sulla realtà fino all'ultimo respiro:

Ho cominciato a invecchiare davvero e ho compreso una grande, tranquillizzante verità: sostanzialmente avevo fatto per tutta la vita quello che mi pareva. Avevo fatto l’impresa, come i cavalieri della tavola rotonda. […] Oggi in me ci sono due sentimenti contrastanti, fortissimi. Il primo è quello di essere presente fin che posso, di intervenire sul reale, come voglio io. Il secondo è un senso di irresponsabilità infinita. Non voglio sapere nulla. Non voglio occuparmi dei piccoli problemi, non voglio occuparmi delle tasse, sapere come si paga la Tari, controllare le bollette. Per fortuna per tutto questo c’è il mio compagno. Io voglio solo occuparmi del cane.

Ed è proprio Lucky, l'amatissimo golden retriever, che le ha impartito un'altra preziosissima lezione per assaporare meglio la vita: "Vede Lucky quanto è sereno, felice? Lui non sa che dovrà morire e quindi vive nell’eternità. Noi invece l’idea della morte ce la portiamo dietro tutta la vita, per quello siamo così attratti dalle idee che ci promettono l’immortalità".

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