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Opinioni

“Il Festival di Sanremo non si farà”: c’è qualcuno in Rai che non ha paura di questa notizia

Da settimane si parla di ipotesi di spostamento del Festival, di una Rai sul punto di far saltare l’accordo con il comune dopo aver preso parte al bando. Delle due l’una: o è solo una presa in giro estiva, oppure tra i corridoi del servizio pubblico c’è davvero qualcuno che non teme l’effetto deflagrante di una notizia di questo tipo.
A cura di Andrea Parrella
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Da settimane, ormai, leggiamo quotidianamente un continuo succedersi di indiscrezioni, ricostruzioni, riguardanti il futuro del festival di Sanremo. Si tratta di un tale e confuso mucchio di retroscena tecnici e difficili da comprendere (qui un piccolo riassunto), da essere ormai poco interessanti. La minaccia che Sanremo non si faccia più fa il solletico a pochi, ma tocca immaginarsi l'impatto che avrebbe una notizia di metà estate che annuncia: "Sanremo non si farà, la Rai cambia sede del Festival". 

È indubbio che una discreta fetta di popolazione direbbe che un'eventualità del genere non cambi la vita, esattamente come a febbraio di ogni sostiene di non vedere il Festival mentre chiunque ne parla. Allo stesso tempo è difficile immaginarsi una notizia più imponderabile di questa. Ebbene, per quanto assurdo sia, i presupposti che il prossimo Festival non si faccia a Sanremo, che non sia l'Ariston il teatro che fa da sfondo a quel susseguirsi di canzonette, esiste e come. Dopo 75 anni, il principale evento di spettacolo italiano che non si è fermato nemmeno nell'anno della pandemia, potrebbe fermarsi. 

Deve essere per forza così, a leggere le notizie che arrivano dagli incontri tra le parti, le ricostruzioni che vogliono l'evento sul punto di saltare. Se invece questo pericolo non esiste, allora si deve dedurre che c'è chi non ha interesse a smentirlo. Fatto sta che il clima da escalation che sta maturando tra Rai e comune di Sanremo, impegnati in questi giorni a ultimare la fase di trattativa per l'organizzazione delle prossime tre edizioni, è di quelli che, per quanto inverosimile sia la possibilità di uno stop al Festival a margine del quinquennio più fortunato della sua storia, lasciano credere ci siano tutti i margini per far fallire un'operazione.

Evento dal quale non si tornerebbe indietro, sarebbe un accadimento storico senza precedenti dopo il quale Sanremo, per come lo conosciamo, sarebbe destinato a non essere più come prima o non essere più La domanda è: in Rai, che ha preso parte al bando del comune di Sanremo, sono consapevoli di essere sul punto di far implodere un evento di spettacolo che distingue l'Italia nel mondo? Vogliono davvero prendersi questa responsabilità? Possibile che nessuno tema l'effetto deflagrante della distruzione di una tradizione? E soprattutto: se non è così, perché non dirlo?

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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