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Festival di Sanremo 2022

Amadeus racconta il suo Sanremo, il successo e le critiche: “Ascolto tutti poi faccio di testa mia”

Amadeus ha raccontato il suo Festival di Sanremo su Fanpage.it. Il direttore artistico e conduttore ha confidato la soddisfazione provata per i risultati raggiunti, ha spiegato come affronta le critiche e ha parlato del suo futuro in Rai.
A cura di Francesco Raiola
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L'Amadeus ter a Sanremo è stato finora un altro piccolo trionfo per il conduttore e direttore artistico che sul palco dell'Ariston ha portato alcuni tra i nomi più in vista della musica italiana. Tre serate di successo, con la musica che ha cominciato a girare molto anche al di fuori del suo contenitore iniziale, facendo numeri importanti, per esempio, in streaming. Ma sebbene siano importanti, i numeri contano fino a un certo punto rispetto a come il direttore artistico sia riuscito a plasmare Sanremo e a farlo diventare non vagone, ma locomotiva per il sistema musicale (e qualche critica è arrivata solo per scelte extramusicali, come alcuni monologhi). Per questo è riuscito ad avere in gara artisti e artiste che in passato quel palco lo avrebbero calpestato solo come super ospiti.

Sanremo è stato un successo per quanto riguarda i numeri, ma sappiamo che tieni molto al successo delle canzoni oltre il Festival. Anche quest'anno puoi ritenerti soddisfatto, no?

È esattamente così, la soddisfazione per i risultati è enorme perché vanno quasi al di là dei sogni e questo perché la gente evidentemente ha voglia di tornare a seguire il Festival in una sorta di normalità. Le canzoni in gara, che per me vengono al primo posto, sono state apprezzate: ho sempre detto che in questa compilation di successi, la metà di questi interpreti sono dei superospiti e gli altri lo saranno a breve perché hanno un grande futuro, quindi la forza è data da tutti e poi tutti gli ospiti hanno portato il loro mondo con molto entusiasmo.

Hai detto di aver tenuto conto delle critiche, di averne fatto tesoro e di aver, talvolta, cambiato rotta.

Innanzitutto ho dato retta a me stesso e a quello che volevo fare, poi io ascolto tutti perché ascoltare una persona è educazione. Se la critica viene mossa in maniera costruttiva, anche se in quel momento posso non condividerla, ci rifletto. Lo faccio per carattere ascoltare, poi faccio di testa mia però ascolto molto, perché magari tra dieci cose dette, una è giusta.

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In un Festival che hai ringiovanito, a volte alcuni sketch sembravano fuori contesto, un po' datati rispetto al contesto, penso a Zalone per esempio.

No, io credo che Checco abbia una forza pazzesca. Sai, il Festival è fatto di unicità: Fiorello è il numero uno, è il più grande showman in assoluto, non ce n'è un altro così. Checco Zalone, in quello che dice e come lo dice è il numero uno del suo mondo. È bello quando dal palco dell'Ariston arriva qualcuno che porta la propria unicità nelle case di tutti.

Per anni siamo stati alla ricerca di un nuovo Baudo, benché tu non voglia parlare di futuro, pare che per affetto e numeri tu possa proseguire sulla sua scia.

Questo è un grande complimento perché Pippo Baudo rimane il numero uno in assoluto per chi fa il mio mestiere e sarà così per sempre. Lo dico veramente perché ho avuto la fortuna di crescere con la tv in bianco e nero e di guardare molto Baudo, come lavora. Per questo sono stato influenzato da Pippo in maniera naturale.

Coletta ha detto di volerti portare su generi nuovi, quali ti piacerebbe affrontare?

A me piacciono le sfide, quindi quando ho preso, per esempio, I Soliti Ignoti l'ho cambiato insieme agli autori. Adesso parte la nuova avventura di Affari Tuoi formato famiglia e anche lì mi piace cambiarlo rispetto a come era. A me piace sperimentare, non mi piace percorrere sempre la stessa strada, quindi non lo so che idea abbia il direttore ma essendo creativo mi proporrà qualcosa che mi divertirà sicuramente.

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