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Spagna, trovato morto Julen: il bimbo caduto nel pozzo 13 giorni fa non ce l’ha fatta

Tragico epilogo della vicenda di Julen, il bambino di 2 anni caduto in un pozzo a Totalan, alle porte di Malaga il 13 gennaio scorso: dopo più di dieci giorni di ricerche, il piccolo è stato trovato senza vita dai soccorritori che hanno fatto il possibile per salvarlo.
A cura di Ida Artiaco
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È stato trovato morto Julen, il bambino di due anni finito in un pozzo nelle campagne di Totalan, alle porte di Malaga, nel cuore dell'Andalusia, e rimasto intrappolato per più di dieci giorni senza cibo né acqua. Lo hanno confermato i soccorritori, che nelle ultime ore avevano tentato il tutto per tutto pur di salvare il piccolo, la cui storia ha commosso tutta la Spagna e l'Europa. Negli ultimi giorni le operazioni erano arrivate ad un punto decisivo, con lo scavo di una galleria che avrebbe dovuto aprire un varco per raggiungere il bambino, ma per lui non c'è stato comunque nulla da fare. Julen era sparito all'improvviso dentro al pozzo, stretto 25 centimetri e profondo oltre 100 metri, mentre correva sul terreno degli zii, in gita con i genitori domenica 13 gennaio. È questa l'ennesima tragedia che colpisce la famiglia: tre anni fa il fratello maggiore di Julen è deceduto a soli 3 anni dopo aver avuto un attacco cardiaco in spiaggia.

Bimbo caduto nel pozzo: la cronaca della tragedia

Domenica 13 gennaio una turista che si trova nelle campagne di Totalan, a Malaga, facendo tracking, lancia l'allarme per la scomparsa di un bambino. La famiglia del piccolo è sotto shock per quanto successo: hanno visto Julen, di appena due anni, sprofondare in un pozzo mentre stava giocando. Sul luogo dell'incidente si ritrovano tutti i servizi di emergenza, pompieri, protezione civile, corpi specializzati della Guardia Civil, coordinati dal colonnello Jesús Esteban: da questo momento comincia la corsa contro il tempo per salvare il bimbo. La cavità nella quale è rimasto intrappolato è però talmente stretta che i soccorritori non riescono a inviargli né cibo né acqua. Nonostante le speranze di ritrovarlo sano e salvo diminuiscano di ora in ora, le ricerche continuano senza sosta. Un robot-sonda individua dei capelli che, secondo l'esame del Dna, sono proprio di Julen. Ma lui è ancora troppo lontano, a circa 80 metri di profondità. Poi, sabato scorso, i 100 soccorritori coinvolti nelle operazioni di recupero di Julen, cominciano a scavare un tunnel parallelo al foro di 60 metri in cui il piccolo è intrappolato, e attraverso il quale viene poi calata una capsula metallica, come quella utilizzata per salvare i minatori cileni nel 2010, che permetta di costruire una galleria orizzontale per avvicinarsi al luogo dove si trova. Ma l'intervento si rivela più complicato del previsto, sia per le avverse condizioni meteorologiche che per la conformazione del terreno. Anche le realizzazione della galleria verticale, dal diametro di 3.35 metri, è stata difficoltosa. Inizialmente erano state preventivate 24h per la sua realizzazione ma la natura del terreno ha reso i lavori più complessi portando il tempo di scavo a oltre 36h.

I dubbi degli inquirenti: "Come è caduto nel pozzo?"

Un tribunale di Malaga ha anche aperto un'indagine per chiarire chi o cosa sia responsabile dell’incidente di cui è rimasto vittima il piccolo Julen. Della vicenda si sta già occupando il Servicio de Protección de la Naturaleza (Seprona), vicino alla stessa Guardia Civil con l’obiettivo di determinare come è stato realizzato il pozzo e se aveva tutti i permessi in regola. Secondo l’agenzia, infatti, il pozzo e le opere eseguite nei giorni precedenti erano illegali.

Julen come Alfredino Rampi

La vicenda del piccolo Julen ricorda quella di Alfredino Rampi che nel giugno del 1981 stette tre giorni e tre notti consecutivi alla bocca di un pozzo artesiano a Vermicino, tenendo incollati alla tv milioni di spettatori preoccupati per la sue sorti. Alfredino morì a 6 anni a 80 metri di profondità, nonostante gli sforzi dei soccorritori: il bambino stava tornando da una passeggiata in campagna con la famiglia quando chiese di proseguire da solo. Ma quando i genitori rincasarono lui non c'era e lanciarono immediatamente l'allarme. Nel 1996 una tragedia simile si verificò sempre in Italia a Scerni, in provincia di Chieti, dove Nicola Silvestri, 3 anni, morì dopo essere caduto in un pozzo artesiano in località Corre Marrollo, mentre la mamma si era allontanata per pochi secondi per recarsi in cucina. Il suo corpo fu ritrovato la sera stessa, ma il piccolo era deceduto per annegamento.

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