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Siracusa, l’amarezza del prof picchiato dai genitori dell’alunno: “Non tornerò più a scuola”

I fatti sono avvenuti mercoledì mattina alla scuola media Vittorini di Avola. La ministra Fedeli ha chiamato il docente per esprimergli la propria solidarietà. Ma Salvo Busà, 60 anni, sta pensando mollare: “Questo sistema sociale che non ci permette di andare avanti, c’è una totale assenza di civiltà”.
A cura di Biagio Chiariello
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“Non so se tornerò più a scuola. Mi sento umiliato”, parole amare quelle di Salvatore Busà, 60 anni, insegnante di educazione fisica di Avola, provincia di Siracusa, che mercoledì mattina è stato vittima a scuola di una sconvolgente aggressione: picchiato dai genitori di un alunno di 12 anni che poco prima lui, il professore, aveva rimproverato in classe. Sembra che il ragazzino non volesse chiudere una finestra in classe; il docente lo ha ripreso, ma il 12enne non gliel’ha passare liscia: ha chiesto alla madre di intervenire e la donna, insieme al marito, non se l’è fatto ripetere due volte: Il 60enne ha subito la rottura di una costola, ha lividi sul volto ed ora sta pensando di lasciare suo lavoro, sfiduciato per “questo sistema sociale che non ci permette di andare avanti” e una “totale assenza di civiltà”.

Il racconto della violenza subita a scuola – Busà è stato chiamato anche dalla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, che gli ha espresso solidarietà in un breve colloquio privato. “Noi professori, ormai considerati un numero dall’amministrazione, non riusciamo più a governare ragazzi che, appena richiamati, rispondono con un ‘vaffa’, si alzano ed escono senza chiedere permesso, strafottenti davanti alle note sul registro…” spiega l’uomo che insegna alla scuola media Vittorini. Ricorda quanto accaduto mercoledì: “Eravamo in aula, pioveva e non si poteva andare a fare sport in cortile o nella palestra allagata. Ho chiesto allo studente di chiudere la finestra, lui si è rifiutato, mi ha guardato con aria di sfida, strafottente. Ho preteso rispetto, c’è stato un diverbio, poi ho lanciato un libro in aria e sono uscito, lasciando la classe all’insegnante di sostegno”. Busà dopo ha incontrato il 12enne in corridoio: “Mi sono fermato a parlargli cercando di rasserenarlo, di capire il motivo di tanto astio. Poi è successo di tutto, è entrata la mamma e si è scagliata contro di me”. Con lei pure il marito è entrato nel cortile pieno di studenti e insegnanti. “Ho provato a parlarle, in cambio ho ottenuto solo botte, prima da lei, poi dall’uomo” afferma.

La versione dei fatti fornita della madre è però diversa: "Il bambino aveva semplicemente aperto la finestra e il professore gli ha detto di chiuderla. Poi Busà gli avrebbe tirato un libro colpendolo allo stomaco e per questo ho dovuto portare mio figlio al Pronto soccorso". Nessun pentimento da parte della donna, che si è precipitata in pigiama a scuola appena è stata contattata dal ragazzo. "Sono stata io a colpire il professore, sono stata un po' violenta, ma gli chiederò scusa solo se lui chiederà scusa a mio figlio".

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