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Senato, stop ai vitalizi ma solo dalla prossima legislatura. Per chi è in carica non cambia nulla

Un comunicato di Palazzo Madama fa sapere che dalla prossima legislatura i senatori non percepiranno più i vitalizi. Ma per chi è attualmente in carica o per chi lo è già stato il diritto è ormai acquisito.
A cura di Alfonso Biondi
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Un comunicato di Palazzo Madama fa sapere che dalla prossima legislatura i senatori non percepiranno più i vitalizi. Ma per chi è attualmente in carica o per chi lo è già stato il diritto è ormai acquisito.

Il Senato della Repubblica mette al bando i vitalizi. E' questo quanto si apprende da un comunicato ufficiale diffuso da Palazzo Madama. Nel documento si legge che "il Consiglio di Presidenza del Senato, presieduto dal Presidente Renato Schifani, ha deliberato oggi all'unanimità il superamento, a partire dalla prossima legislatura per i nuovi eletti, dell'attuale sistema degli assegni vitalizi". La marcia indietro, quindi, riguarderà solamente i nuovi arrivati; i vecchi senatori e quelli attuali non vedranno invece scalfito tale privilegio.

Ma il provvedimento non avrebbe potuto riguardare anche i parlamentari ancora in carica? "Giuridicamente non eravamo competenti. Si sarebbero intaccati diritti acquisiti" è stata la risposta di Benedetto Adragna, questore a Palazzo Madama. Il nuovo sistema di vitalizi che sarà applicato ai senatori non è stato però ancora individuato. A confermarlo è lo stesso Adragna che a tal proposito annuncia una discussione sull'argomento con i colleghi della Camera. Già, perché secondo il questore "non è concepibile un regime diverso per deputati e senatori". Per Adragna la via da percorrere potrebbe essere quella di adeguare il sistema di vitalizi dei senatori a quello"vigente per il resto dei cittadini, quindi quello contributivo, con la possibilità da parte degli onorevoli di scegliere una pensione integrativa".

Qualcosa inizia a muoversi nel mondo della politica, o della casta se preferite. Quello sui vitalizi non è però l'unico provvedimento di una certa rilevanza adottato oggi dal Consiglio di Presidenza. Palazzo Madama cercherà di abbassare la spesa e lo confermano la revoca della gara indetta per la tipografia, che porterà a un risparmio di 1 milione e mezzo di euro (verranno stampate meno copie e si punterà sulla digitalizzazione) o il ridimensionamento dei costi di molti servizi (ad esempio quelli assicurativi porteranno un risparmio di 3 milioni di euro). Adragna ha fatto sapere che l'obiettivo prefissato a giugno, quello del taglio dell'1% della spesa, è sto raggiunto. La strada è quindi tracciata, ora bisognerà percorrerla.

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