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Scambiarono sale per cocaina: condannati due poliziotti, arrestarono illegalmente due giovani

Giuseppe Raucci ed Enrico Satta, due agenti della polizia stradale, sono stati condannati dal Tribunale di Pavia per arresto illegale. Arrestarono due giovani puntando loro la pistola alla testa dopo aver scambiato del semplice sale per cocaina purissima.
A cura di Davide Falcioni
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Giuseppe Raucci ed Enrico Satta, due agenti della polizia stradale, sono stati condannati dal Tribunale di Pavia per arresto illegale. Nel 2012 i due poliziotti, in servizio lungo l'autostrada A7, fermarono un'automobile e arrestarono i due giovani occupanti con tanto di pistole puntate alla testa, e accusandoli di aver gettato in strada un pacco di cocaina che in realtà era semplice sale.

Le vittime del rocambolesco e violento arresto stavano viaggiando dalla Liguria a Milano per un colloquio di lavoro, quando vennero affiancati da una volante della Polstrada che intimò loro di accostare. Loro obbedirono, senza opporre nessuna resistenza e in piena tranquillità, credendo che si sarebbe trattato di un veloce controllo dei documenti. Invece ebbe inizio un autentico incubo: “Appena fermo – aveva spiegato il conducente – mi è stata puntata la pistola… appena ho aperto sono stato ammanettato al volante mentre il mio amico è stato girato per terra e ammanettato a sua volta dicendo che aveva lanciato un presunto pacchetto dal finestrino…”.

I due ragazzi vennero costretti a restare immobili per oltre un'ora, mentre i poliziotti ispezionarono la strada alla ricerca di droga. Uno dei due a un certo punto disse di aver trovato un grumo di cocaina, la presunta prova che i giovani avevano tentato di sbarazzarsi dello stupefacente. Condotti in commissariato, ben presto si scoprì che quei cristalli bianchi erano semplicissimo sale. 

Dopo la denuncia e il relativo processo Satta e Raucci, assolti dalle accuse di sequestro di persona e violenza privata, sono stati condannati per l’arresto illegale, poiché “Intimavano a C. e O. tramite l’utilizzo di armi puntate al volto di scendere dalla macchina; applicavano loro le  manette con l’uso della violenza senza chiedere i documenti di identificazione… il primo ammanettato al volante e il secondo fatto cadere a terra e lì lasciato ammanettato… salvo poi costringere gli stessi a seguirli negli uffici in assenza di prove e pur potendo verificare la loro estraneità ai fatti di reato sul luogo…”.

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