Scambiarono sale per cocaina: condannati due poliziotti, arrestarono illegalmente due giovani

Giuseppe Raucci ed Enrico Satta, due agenti della polizia stradale, sono stati condannati dal Tribunale di Pavia per arresto illegale. Nel 2012 i due poliziotti, in servizio lungo l'autostrada A7, fermarono un'automobile e arrestarono i due giovani occupanti con tanto di pistole puntate alla testa, e accusandoli di aver gettato in strada un pacco di cocaina che in realtà era semplice sale.
Le vittime del rocambolesco e violento arresto stavano viaggiando dalla Liguria a Milano per un colloquio di lavoro, quando vennero affiancati da una volante della Polstrada che intimò loro di accostare. Loro obbedirono, senza opporre nessuna resistenza e in piena tranquillità, credendo che si sarebbe trattato di un veloce controllo dei documenti. Invece ebbe inizio un autentico incubo: “Appena fermo – aveva spiegato il conducente – mi è stata puntata la pistola… appena ho aperto sono stato ammanettato al volante mentre il mio amico è stato girato per terra e ammanettato a sua volta dicendo che aveva lanciato un presunto pacchetto dal finestrino…”.
I due ragazzi vennero costretti a restare immobili per oltre un'ora, mentre i poliziotti ispezionarono la strada alla ricerca di droga. Uno dei due a un certo punto disse di aver trovato un grumo di cocaina, la presunta prova che i giovani avevano tentato di sbarazzarsi dello stupefacente. Condotti in commissariato, ben presto si scoprì che quei cristalli bianchi erano semplicissimo sale.
Dopo la denuncia e il relativo processo Satta e Raucci, assolti dalle accuse di sequestro di persona e violenza privata, sono stati condannati per l’arresto illegale, poiché “Intimavano a C. e O. tramite l’utilizzo di armi puntate al volto di scendere dalla macchina; applicavano loro le manette con l’uso della violenza senza chiedere i documenti di identificazione… il primo ammanettato al volante e il secondo fatto cadere a terra e lì lasciato ammanettato… salvo poi costringere gli stessi a seguirli negli uffici in assenza di prove e pur potendo verificare la loro estraneità ai fatti di reato sul luogo…”.