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Sblocca Cantieri, tutte le modifiche al testo approvato in Senato

Il decreto Sblocca Cantieri è stato approvato al Senato in un testo contenente numerose modifiche, necessarie a raggiungere un’intesa fra Lega e Movimento 5 Stelle. Il cambiamento più consistente riguarda un ridimensionamento di un emendamento del Carroccio che voleva sospendere per due anni il codice degli appalti. Dall’Autorità nazionale Anti Corruzione però avvertono: “Con queste variazioni c’è rischio corruzione”.
A cura di Annalisa Girardi
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Dopo diverse difficoltà e un iter agitato, il decreto Sblocca Cantieri ha ricevuto il via libera dal Senato. Il provvedimento è stato approvato con 142 voti favorevoli, 94 contrari e 17 astenuti. Dovrà ora passare alla Camera per essere ufficialmente trasformato in legge entro il prossimo 17 giugno. Solo i senatori di Lega de Movimento 5 Stelle hanno votato sì, mentre si sono opposti quelli del Partito democratico, di Liberi e Uguali e Forza Italia. Non si sono espressi i parlamentari di Fratelli d'Italia. Il testo ratificato da Palazzo Madama contiene le modifiche concordate dagli alleati di governo dopo settimane di scontri in materia, specialmente riguardo ad un emendamento del Carroccio che voleva sospendere per due anni il codice degli appalti. Dopo l'intervento del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha richiamato Matteo Salvini e Luigi Di Maio affinché mettessero un punto alle polemiche e raggiungessero un'intesa, si è optato per un compromesso. Vediamo quindi cosa c'è nel testo finale del decreto, approvato dal Senato.

Cosa c'è nel decreto Slocca Cantieri

Per quanto riguarda il codice degli appalti, si è deciso di sospendere fino a dicembre 2020 solo alcuni punti della normativa, come ad esempio l'obbligo per i Comuni non capoluogo di fare gare attraverso stazioni appaltanti e di scegliere i commissari responsabili dall'albo Anac o lo stop all'appalto integrati. Si è elevato il tetto limite per le gare da 50 a 70 milioni, dopo i quali è necessario l'intervento del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Inoltre, fino alla fine del prossimo anno, la soglia massima per affidare dei lavori in subappalto sarà al 40%, da calcolare sull'importo totale del contratto, e sarà eliminato il dovere, fino ad ora vigente, di nominare una terna di subappaltatori. Sarà possibile assegnare i lavori con procedura semplificata per opere sotto al milione di euro, e i commissari per le ricostruzioni si potranno appoggiare anche a Invitalia, l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa. Per gli appalti fra i 40 e i 150 milioni si potrà procedere con affidamento diretto dopo la consultazione di tre operatori, che diventano 10 per una procedura negoziata di appalti fra i 150 e i 350 mila euro.

Il decreto stanzia poi un fondo da 160 milioni di euro, destinati all'installazione di videocamere di sorveglianza a circuito chiuso negli asili e nelle strutture per anziani e disabili, in modo da garantire una "più ampia tutela". Viene anche stabilita una copertura a garanzia della continuità scolastica in quelle zone dove il numero di studenti sarebbe inferiore alla soglia minima necessaria. È anche approvato un nuovo sistema di comunicazione cellulare chiamato It-alert da utilizzare in casi di emergenza, attraverso il quale la protezione civile si occuperà di inviare messaggi in tempo reale in caso di calamità a tutti i dispositivi presenti nelle aree colpite. L'ex Coni servizi sarà inoltre trasformata nella società Sport e Salute, a cui sarà affidato il compito di gestione degli appalti pubblici in materia di politiche sportive.

A quanto stabilisce il decreto, la fine anticipata di una concessione autostradale deve passare per il vaglio della Corte dei conti, a protezione del funzionario pubblico che mette la firma. Si apre inoltre all'arrivo di un commissario straordinario per il rischio idrico del Gran Sasso e per l'ultimazione del Mose di Venezia. Questa categoria di commissari potrà essere nominata dal governo in caso di interventi prioritari nel sistema di infrastrutture. Il Terzo Valico e il nodo di Genova saranno trasformati in un unico progetto. Nello Sblocca Cantieri è anche contenuta la nascita di Italia Infrastrutture, una società in house del ministero dei Trasporti con capitale sociale per 10 milioni, che si occuperà di garantire la veloce apertura dei cantieri per le opere pubbliche, in sostegno all'operato di Regioni ed Enti locali.

Tornerà alle regioni la competenza riguardo al trattamento dei rifiuti, il cosiddetto "end of waste". Sarà poi concesso più tempo alle amministrazioni locali per mettere in sicurezza strade, scuole e altri edifici pubblici utilizzando i fondi concessi dalla legge di Bilancio 2019. Il Mit usufruirà inoltre di altri laboratori, insieme a quelli ufficiali, per i controlli sui materiali da costruzioni utilizzati in strutture esistenti. I costruttori potranno denunciare via Pec quali sono i materiali e i sistemi costruttivi impiegati. È prevista poi la nomina di un amministrazione giudiziario con potere decisionale indifferibile per i condomini dichiarati in stato di degrado dai Comuni.

Cantone: "Dalle modifiche c'è rischio corruzione"

Una critica importante alle modifiche approvate è arrivata dall'Autorità nazionale Anticorruzione. Il presidente Raffaele Cantone ha infatti affermato che il decreto "è stato fatto segno di numerose e sostanziali modifiche e ad oggi si fa fatica ad orientarsi fra gli emendamenti e i subemendamenti approvati e modificati e a individuare un testo su cui potersi confrontare". Ciò che è però certo secondo Cantone è che gli ultimi cambiamenti al testo "aumentano certamente il rischio di scelte arbitrarie, se non di fatti corruttivi". Per il presidente Anac, "il settore degli appalti ha assoluto bisogno di stabilità e certezza delle regole, e non di continui cambiamenti".

Disapprovazione anche da parte del segretario del Pd, Nicola Zingaretti, che afferma: "Quello approvato al Senato non è uno sblocca cantieri ma un "blocca Italia", un provvedimento di corto respiro, pasticciato e confuso per trovare una sintesi tra gli interessi di parte della Lega di Salvini e il M5S di Di Maio. Così come rilevato da associazioni di impresa, organizzazioni sindacali e autorità il rischio è quello di una eccessiva discrezionalità, che potrebbe aprire la strada a fenomeni corruttivi, e di trovarsi di fronte ad una deregulation del settore degli appalti, con regole che cambiano facendo venire meno quella certezza indispensabile alle imprese per poter affrontare gli investimenti".

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