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Elezioni regionali Lazio 2023

Verso le regionali: nel Lazio il centrodestra ancora raccoglie i cocci del “caso Michetti”

Divisioni, polemiche, competizione. A un anno dalle regionali il centrodestra sta ancora raccogliendo i cocci della scelta di candidare Enrico Michetti e della sconfitta alle comunali a Roma. E un nome unitario per la Regione Lazio è ancora un miraggio.
A cura di Redazione Roma
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Di Alessandro Luna

Manca un anno alle regionali con cui si sceglierà il prossimo presidente della Regione Lazio, e nei partiti di tutti gli schieramenti sono già cominciate le grandi manovre, e cominciano a farsi i nomi dei possibili candidati da "bruciare" o portare fino in fondo. Se il centrosinistra è alla prese con la fine dell'era Zingaretti, senza che emerga con chiarezza un successore, il centrodestra non ride.

La coalizione a livello nazionale è attraversata da tensioni evidenti. Giorgia Meloni già il 22 Aprile aveva affermato di non parlare con Matteo Salvini da tre mesi e, pochi giorni fa, il leader della Lega ha risposto accusando Meloni di fare “soltanto gli interessi del suo partito”. A livello locale le cose sono ancora più complesse. Come ha confermato a Fanpage.it il generale di Forza Italia Maurizio Gasparri, a pesare è la sconfitta delle elezioni comunali romane e l'individuazione di un candidato giudicato inadeguato e a tratti imbarazzante.

La prossima tornata amministrativa certifica le divisioni. Nel Lazio si vota in tre capoluoghi su cinque. A Frosinone e Rieti la coalizione sarà unita, ma tutt'altra musica a Viterbo dove le forze del centrodestra si presenteranno divise agli elettori. Si discute da settimane di Verona, dove Forza Italia appoggia un candidato diverso da quello scelto da Meloni e Salvini, e della Sicilia, dove a novembre Meloni vorrebbe ricandidare l’attuale governatore, Nello Musumeci, mentre Salvini lo vorrebbe fuori dai giochi.

Quello che tutti vogliono scongiurare è che divisioni simili si propongano alle prossime regionali, ma niente è scontato. "Agli ultimi due grandi appuntamenti politici siamo arrivati divisi: la prima volta quando si è formato il nuovo governo, a cui Lega e Forza Italia hanno aderito, e soprattutto a gennaio quando si è dovuto eleggere il presidente della Repubblica”, conferma Roberta Angelilli, consigliera regionale nel Lazio di Fratelli d’Italia. “Le divisioni nate nelle settimane del Quirinale sono ancora rimaste irrisolte e per questo siamo lontani da una decisione. Sono circolati alcuni nomi ma ancora non ci abbiamo messo la testa”. Il coordinatore di Fratelli d’Italia Roma, Massimo Milani, spiega: “La priorità è adesso quella di ricucire la coalizione di centrodestra. Di certo bisogna prendere atto che il modello con cui è stato individuato Michetti per Roma non è più proponibile, è fallito”.

Anche in Forza Italia si sta parlando di un “cambio di metodo” nella scelta dei candidati locali, auspicato dallo stesso Berlusconi già a ottobre. Pietrangelo Massaro, vice coordinatore di Forza Italia a Roma, ci spiega: “Per le regionali dell’anno prossimo adesso stiamo lavorando più che altro a ritrovare un ordine mentale, dopo il fallimento di Michetti: come partito stiamo già raccogliendo le forze ma bisogna trovare un metodo nuovo e condiviso”.

La sconfitta di Michetti a ottobre a Roma sembra aver lasciato dunque delle profonde ferite nella coalizione del centrodestra e ad essere messo sotto accusa è il metodo con cui sono stati scelti i candidati negli ultimi anni: a turno tra i partiti, con l'ultima parola di competenza del partito di maggioranza relativa sul territorio. "Bisogna convergere su una figura non individuata arbitrariamente da un partito ma che sia condivisa da tutti e soprattutto che convinca gli attivisti, la base e gli elettori”, conclude Massaro.

Bocche cucite per ora in casa Lega, dove la per lungo tempo Claudio Durigon è stato considerato il candidato naturale alla poltrona di governatore, ma le inchieste giornalistiche e le polemiche politiche che hanno portato alle dimissioni da sottosegretario all'Economia, ne hanno indebolito la posizione. A complicare la situazione ulteriormente c'è l'accesa competizione all'interno della coalizione in particolare tra Lega e Fratelli d'Italia. Se negli scorsi anni il movimento di consiglieri e dirigenti era stato dal partito di Meloni a quello di Salvini quando era al suo apice, i modesti consensi locali del Carroccio e il boom di Fratelli d'Italia ha innescato i cambi di casacca in senso inverso. Per la Lega le ultime pesanti fuoriuscite, sono state quella della consigliera nel Lazio Laura Corrotti e del senatore William de Vecchis, passato al partito fondato da Gianluca Paragone, Italexit. Spiega de Vecchis: "La Lega, da quando Durigon è diventato coordinatore del Lazio, ha perso la presenza sul territorio che negli anni precedenti l'aveva contraddistinta e premiata. Ad oggi solo Fratelli d'Italia è nella posizione di prendere le decisioni. Noi come Italexit stiamo già discutendo del nome che candideremo autonomamente come partito".

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