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Covid 19

Tamponi rapidi a 60 euro, Regione Lazio diffida centro privato: “Ha triplicato il prezzo concordato”

“Stamani è già partita la prima diffida ad una struttura che ha triplicato il prezzo di riferimento”, ha dichiarato l’Unità di Crisi Covid 19 della Regione Lazio. Si tratta di un centro privato che, invece di far pagare alle persone 22 euro per il tampone rapido, chiedeva 60 euro. E in un periodo in cui i drive-in sono intasati, sono molte le persone che hanno dovuto pagare questa cifra per fare il tampone in tempi rapidi.
A cura di Natascia Grbic
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Tampone per la ricerca del nuovo coronavirus
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La Regione Lazio ha diffidato un laboratorio privato che ha triplicato il prezzo di riferimento stabilito per effettuare i tamponi rapidi. Lo ha comunicato l'Unità di Crisi Covid 19. Si tratta di un centro che, nonostante il prezzo concordato di 22 euro a tampone rapido, obbligava i clienti a farne ben tre. "Uno solo non è attendibile, con tre invece siamo sicuri del risultato", dicevano a chi al telefono chiedeva di poter effettuare il tampone della Regione Lazio. Al momento solo 10 laboratori privati su 94 sono operativi: un ritardo dovuto all'approvvigionamento dei kit, che ancora non sono arrivati. In questo caos, con i drive-in sempre più pieni, molte persone che dovevano fare il tampone si sono quindi dovute rivolgere a chi questi test li faceva pagare 60 euro. E, stando a quanto denunciato da alcuni, la lista delle strutture che stanno gonfiando i prezzi non si limita a un solo laboratorio.

Caos drive-in, privati ancora inattivi

Da dieci giorni i drive-in di Roma e del Lazio sono in tilt: file di chilometri e attese di ore stanno sfiancando sia gli operatori sanitari sia i cittadini. La Regione e le Asl stanno lavorando per aprire nuovi punti di prelievo, ed è stata data l'autorizzazione ad alcuni privati per effettuare i tamponi rapidi, al prezzo concordato di 22 euro. Su 94 strutture, al momento sono solo 10 quelle operative. E, in questo marasma di linee intasate e appuntamenti disponibili tra una settimana, alcuni privati hanno alzato i prezzi. Un comportamento non in linea con gli accordi presi già segnalato da numerosi cittadini indignati, che ha portato alla prima diffida da parte della Regione Lazio.

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