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Studenti in classe il 7 gennaio, direttore Spallanzani: “Scuole possibili incubatrici del contagio”

Francesco Vaia, il direttore sanitario dell’Istituto di malattie infettive Lazzaro Spallanzani, ha espresso i suoi timori sulla riapertura delle scuole il 7 gennaio. Il rischio, legato a comportamenti non corretti durante le feste natalizie, è che le scuole e i trasporti possono essere incubatori del contagio.
A cura di Natascia Grbic
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Francesco Vaia, direttore sanitario istituto Spallanzani
Francesco Vaia, direttore sanitario istituto Spallanzani
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La pandemia da coronavirus in Italia sta cominciando a rallentare. I contagi stanno diminuendo, ma non è detta l'ultima parola: dopo gli assembramenti delle ultime settimane nelle vie dello shopping e l'imminenza delle feste natalizie, non è escluso possano tornare a risalire. Nel Lazio in particolare i decessi continuano a essere alti, così come i ricoveri in ospedale. Dati che hanno fatto dichiarare all'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato, che non si esclude una nuova stretta anche prima del Natale. Ciò che si vuole preservare è l'apertura delle scuole il 7 gennaio: una data che il Governo e le autorità regionali non vogliono far slittare.

"Si inizia a vedere una luce alla fine del tunnel, ma se durante le feste di Natale non saremo rigorosi e se dopo il 7 gennaio le cose non cambieranno, trasporti e scuole rischiano di diventare incubatori del contagio da Covid-19". Lo ha dichiarato il direttore sanitario dell'ospedale Lazzaro Spallanzani Francesco Vaia in un'intervista rilasciata a Il Corriere della Sera. Vaia si dice convinto che il virus sarà sconfitto, ma per farlo bisogna fare attenzione anche ai comportamenti individuali. "Quella contro il coronavirus non può essere una battaglia esclusiva della sanità. Bisogna continuare a comportarsi nel modo giusto altrimenti gli errori di pochi rischiano di cancellare i sacrifici di tanti. Se a Natale staremo solo ‘con i tuoi', cioè i familiari più stretti, forse a Pasqua e in estate si potrà stare ‘con chi vuoi'".

Le preoccupazioni maggiori per Vaia sono sul fronte della riapertura delle scuole. "Dei problemi derivanti dai due settori critici, ovvero scuola e trasporti, se ne parla da maggio. Mi auguro che se il 7 gennaio riapriranno le scuole, i ragazzi avranno ascoltato i nostri appelli e che siano stati fatti i giusti investimenti". Se così non fosse, il rischio che i casi aumentino sarebbe molto elevato. "La scuola deve rientrare in un percorso virtuoso di medicina territoriale. Andrebbe ripristinata la figura del medico scolastico. Io, all’inizio della carriera a Napoli, l’ho fatto. La pandemia ci ha dimostrato che è necessario, anche per avvicinare i ragazzi alla prevenzione e ai corretti stili di vita".

Il prossimo anno potrebbe essere pronto il vaccino contro il coronavirus. Ci saranno, dice Vaia, delle priorità: prima il personale sanitario, gli anziani e i disabili. L'obiettivo è raggiungere una percentuale di vaccinati superiore al 70% in modo da avere l'immunità di gregge. "Il cittadino deve essere libero di scegliere – continua Vaia – Io sono contrario all’obbligo vaccinale. Ma ognuno ha il diritto anche di essere informato con la massima trasparenza dei dati reali emersi al riguardo. Che in fase di sperimentazione ci siano state reazioni avverse è ‘un bene' perché così sono state possibili sospensioni che hanno aiutato a migliorare. E poi deve essere allontanato il sospetto che dietro il vaccino ci sia un interesse politico".

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