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Rapporto dell’Antimafia: “Lazio vero e proprio laboratorio criminale delle mafie”

Secondo quanto si legge sulla relazione semestrale della Dia, Direzione investigativa antimafia, il Lazio si presenta come un vero e proprio “laboratorio criminale”, in cui “coesistono formazioni, non solo mafiose, di diversa matrice e etnia, il cui radicamento è più evidente nella Capitale e nelle province di Latina e Frosinone.
A cura di Enrico Tata
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Un sequestro di una villa dei Casamonica a Roma
Un sequestro di una villa dei Casamonica a Roma

Una congiuntura economica negativa cominciata già nell'ultimo semestre del 2019 e aggravata con il lockdown dovuto all'emergenza coronavirus fornisce "un contesto fortemente appetibile per le organizzazioni criminali" ed espone il Lazio "a forti infiltrazioni di capitali illeciti, con possibili speculazioni legate al mercato immobiliare e alla compravendita di aziende in difficoltà finanziaria". Secondo quanto si legge sulla relazione semestrale della Dia, Direzione investigativa antimafia, il Lazio si presenta come un vero e proprio "laboratorio criminale", in cui "coesistono formazioni, non solo mafiose, di diversa matrice e etnia, il cui radicamento è più evidente nella Capitale e nelle province di Latina e Frosinone, non a caso quelle con il più alto numero di beni confiscati alle mafie". Il basso Lazio e soprattutto alcuni quartieri di Roma, come il municipio di Ostia, risentono "della presenza di sodalizi autoctoni, per lungo tempo ritenuti marginali, ma che hanno invece dimostrato una elevata pericolosità".

Le mafie emergenti della Capitale

Il riconoscimento del clan Casamonica-Spada-Di Silvio come associazione mafiosa da parte della corte di Cassazione con la sentenza 1785 certifica l'esistenza di queste nuove mafie autoctone, "le cui componenti operano rispettivamente nell’area metropolitana di Roma, sul lido di Ostia e nella provincia di Latina". Queste mafie recenti e costituite principalmente da clan Roma e Sinti si caratterizzano, "a differenza delle organizzazioni mafiose storiche, per modalità operative violente ed eclatanti. Proprio nel semestre si è registrata, specie a Roma, una nuova tendenza alla violenza nei rapporti tra i sodalizi emergenti. L’efferatezza di alcune esecuzioni possono essere ricondotte, per quanto attiene alla città metropolitana, a contrasti nella gestione del traffico e dello spaccio di stupefacenti, mentre per il municipio di Ostia lo scontro appare connesso al controllo del territorio, per subentrare nei “vuoti di potere” creati dall’azionestigativa che ha indebolito gli Spada". Queste mafie, specie nel traffico di stupefacenti, intersecano i loro interessi, ricorda la relazione della Dia, con le mafie tradizionali, la ‘ndrangheta, la camorra e, in misura minore, Cosa nostra.

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