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Omicidio Willy Monteiro, la sentenza può arrivare il 26 maggio: chiesto ergastolo per i Bianchi

Per quel giorno sono in programma le arringhe difensive degli avvocati dei fratelli Bianchi, Marco e Gabriele, accusati di concorso in omicidio insieme a Francesco Belleggia e Mario Pincarelli.
A cura di Enrico Tata
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Ventisei maggio, fra meno di una settimana: questa è la data in cui potrebbe arrivare la sentenza per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte. Per quel giorno sono in programma le arringhe difensive degli avvocati dei fratelli Bianchi, Marco e Gabriele, accusati di concorso in omicidio insieme a Francesco Belleggia e Mario Pincarelli. I pm della procura di Velletri hanno chiesto l'ergastolo per i primi due e 24 anni di reclusione con la concessione delle attenuanti generiche per gli altri due imputati. Dopo le tesi della difesa è prevista la sentenza, a meno di ritardi e di un eventuale rinvio. Il processo, ricordiamo, si svolge davanti alla corte d'assise di Frosinone. Willy Monteiro Duarte è stato massacrato di botte nel settembre del 2020 a Colleferro.

Le accuse dei pm: "Willy picchiato come un sacco da boxe"

Secondo gli inquirenti, Willy è stato picchiato "come fosse un sacco di pugilato". L'autopsia sul suo corpo mostra "le conseguenze e fornisce la percezione, della furia che si è scatenata sul ragazzo. Non c'è elemento che dica che Willy si sia difeso. Il suo corpo sul tavolo settorio è un corpo che parla". Tutta la superficie, ha ricordato il pubblico ministero motivando le richieste dell'accusa, "è attraversata da contusioni e tracce di percosse. Non c'è una parte del corpo di Willy che non fosse interessata" da un trauma.

Attenuanti generiche a Belleggia e Pincarelli

I fratelli Bianchi sono i principali responsabili, ma per i pm hanno colpe anche Belleggia e Pincarelli: "Quante gambe devono avere i fratelli Bianchi per averlo colpito solo loro? Quattro gambe e quattro braccia ciascuno? La macchia di sangue sul pantalone di Pincarelli è ellittica; è, quindi, una macchia di sangue da schizzo e dice che Pincarelli era vicino alla sorgente del sangue. Così come la traccia di sangue sugli indumenti di Marco Bianchi". La vittima, è ancora la ricostruzione dell'accusa, "è stata selezionata selezionata senza alcun tipo di motivo. Colpi portati con tecniche di arti marziali; hanno infierito sulla vittima. Chi sapeva che Willy non c'entrava nulla in quella storia erano Belleggia e Pincarelli perché loro erano lì dall'inizio, ma hanno comunque accettato di fare parte di quella aggressione. Hanno partecipato al pestaggio". Nonostante questo ai due sono state concesse le attenuanti generiche.

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