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Oche e galline decapitate, colla nella serratura di casa: giornalista perseguitata dal vicino

La giornalista ha denunciato che le persecuzioni vanno avanti da vent’anni. “Io non voglio essere commiserata, voglio che mi sia restituito il diritto di vivere nella mia casa”.
A cura di Natascia Grbic
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Foto da Facebook
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Galline e oche sgozzate, serrature riempite con la colla, colate di cemento nei pozzi. E ancora minacce, danni alle macchine, urla, aggressioni verbali: questo l'incubo vissuto da P. S., una giornalista RAI che vorrebbe godersi la pensione e invece è alle prese con le angherie perpetrate dal vicino di casa. Tanto che ha deciso di vendere a malincuore la sua abitazione in campagna. "Tutto è cominciato nel 2003, alla morte di mio padre – spiega la donna – Un vicino mai visto prima perché viveva all’estero ha strappato i manifesti a lutto posti sul nostro cancello. È stato il primo segno. ‘Una ragazzata', ha commentato la madre. Un atto quasi blasfemo fatto da un uomo di 38 anni? Siamo rimasti increduli". I ‘dispetti' non sono finiti lì: qualche giorno dopo la famiglia ha trovato la serratura del cancello danneggiata, la griglia di ferro dello scolo delle acque cementata, e le grondaie otturate. "Ha ammesso di essere stato lui".

Poi, secondo il racconto della donna, il vicino ha cominciato a prendersela con i suoi animali. "Ancora me la ricordo la scampanellata al cancello di una domenica mattina: ‘Devi togliere le galline e le oche‘. E io ingenua: ‘Perché che fastidio ti danno? Stai a 500 metri dalla mia casa'. Decine di denunce sue, e alla fine arriva a casa mia il direttore della Asl, il 113 e la polizia municipale per vedere ‘l’allevamento di polli abusivo'. Giunte scuse ufficiali da parte del dirigente dell’Azienda sanitaria. Giorni dopo ho trovato le cinque galline morte nel terreno di 1500 metri quadri e le tre oche decapitate nella tinozza piena di acqua dove si facevano il bagno. Erano oche francesi che sono come i cani. Ti seguono, vengono se le chiami, si fanno accarezzare. Le ho seppellite con un dolore immenso".

Dopo aver provato a mettere altre galline, e averle trovate sempre morte, la decisione di trasferirsi a Roma e andare nell'abitazione di campagna solo nei fine settimana. "Non c’è stata una volta che non abbiamo trovato novità: un albero tagliato, dei massi lungo la strada, una persiana aperta, una luce rotta, l’acqua aperta, il pozzo svuotato. Minacce di morte a me, parolacce, danni alla mia auto passando nella strada comune. Tutto sempre denunciato. ‘Ti sparo, ti sparo'. Abbiamo impiegato due anni per fargli togliere i fucili da caccia ereditati dal padre". La donna sta trovando difficoltà a vendere la casa. Ha infatti dichiarato che l'uomo avrebbe aggredito gli agenti immobiliari arrivati per vederla. "Ha detto agli altri vicini che mi deve distruggere", spiega con amarezza. "Ieri il commento di un’autorità: ‘povera lei'. Io non voglio essere commiserata, voglio che mi sia restituito il diritto di vivere nella mia casa".

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