Ninetto Davoli ricorda l’amico Pasolini: “Nessun intellettuale ha mai avuto la sua forza e il suo coraggio”

Ninetto Davoli ripercorre in una lunga intervista il primo incontro con Pier Paolo Pasolini fino ad arrivare ai giorni d’oggi e ai suoi messaggi ancora così attuali.
A cura di Simona Berterame
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Ninetto Davoli ha incontrato Pier Paolo Pasolini quando aveva solo 16 anni nel quartiere Acqua Acetosa di Roma. Lì era in corso il set del film "La Ricotta", ma Ninetto e i suoi amici non lo sapevano e avevano solo scelto un luogo dove trascorrere la giornata saltando il turno di lavoro. "Mio fratello lavorava sul set come attrezzista, quando mi ha visto si è arrabbiato perché avevo saltato la giornata di lavoro ma ha voluto comunque presentarmi il regista". Davoli si trova faccia a faccia con Pier Paolo Pasolini, un'interazione veloce ma che cambierà la sua vita. Pochi mesi dopo infatti Pasolini gli proporrà una piccola parte nel suo film "Il vangelo secondo Matteo".

L'inizio della carriera con Pasolini

"Io mi vergognavo, non volevo accettare ma Pier Paolo ha insistito così tanto che alla fine mi sono fatto convincere – racconta Ninetto Davoli – mi diceva Ninè vedrai che ti diverti, non devi neanche parlare ma solo fare quello che ti dico io".

Davoli entra così in un mondo così lontano e sconosciuto per un ragazzo di borgata ed è solo l'inizio di quella che diventerà una grande amicizia con uno degli intellettuali simbolo del Novecento italiano. Ed oggi, a 50 anni esatti dalla sua morte, vuole ricordare il suo coraggio e quando sia ancora attuale quello che scriveva e raccontava. "Pasolini aveva una capacità diciamo mentale libera e nessun intellettuale ha mai avuto la sua forza e il suo coraggio". Davoli però ci tiene a precisare: "Gli anniversari non mi piacciono, che cosa vogliono dire? Non sono molto d'accordo, Pasolini va ricordato sempre".

L'omicidio avvolto dal mistero a Ostia

Pier Paolo Pasolini muore il 2 novembre 1975 assassinato all'Idroscalo di Ostia. Il cadavere è stato trovato quella mattina alle 6.30 da una donna che ha subito lanciato l'allarme.

Per il suo omicidio venne fermato Pino Pelosi, all'epoca minorenne, un giovane "ragazzo di vita" che venne processato e poi condannato. La morte di Pasolini resta comunque, anche cinquant'anni dopo un vero mistero. Pelosi (deceduto nel 2017 dopo una lunga malattia) infatti ritratterà anni dopo la sua confessione e sono in tanti ancora oggi a non credere alla sua colpevolezza o alla presenza di altre persone al momento del delitto. "Non sono io l'assassino di Pier Paolo Pasolini", ha detto, prima di morire, a trenta anni dai fatti, nel 2005 durante una trasmissione televisiva condotta da Franca Leosini.

Ha raccontato, invece, che erano stati tre uomini, un "commando" che lo avrebbe minacciato dopo aver ucciso Pasolini, per motivi politici. Quanto accaduto quella notte, dopo una cena fuori come tante per Pasolini, a cinquant'anni di distanza resta un mistero.

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