‘Ndrangheta ad Anzio, proiettili alla consigliera Pd che ha denunciato: “Il sindaco deve dimettersi”

Una settimana fa l'arresto di 65 persone ha portato alla luce in maniera inequivocabile una realtà che era da tempo sotto gli occhi di tutti, bastava voler guardare e non girarsi dall'altra parte. L'inchiesta dell'antimafia ha assestato un durissimo colpo alle cosche di ‘ndrangheta che si sono da tempo stabilite sul litorale a Sud della capitale, tra i comuni di Anzio e Nettuno che ora rischiano di essere sciolti. Varie le accuse a carico degli arrestati: associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti aggravata dal metodo mafioso. S'indaga inoltre per i reati di estorsione aggravata e detenzione illegale di arma da fuoco, fittizia intestazione di beni e attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti aggravato dal metodo mafioso.Fanpage.it ha intervistato Licia Giannino, consigliera del Partito democratico di Anzio minacciata per la sua attività politica. Giannino è stata oggetto di vari attacchi, e da vittima è stata fatta passare – proprio all'interno del consiglio comunale – per carnefice, solo per aver denunciato quanto stava avvenendo sotto gli occhi di tutti.
"Una mattina uscendo di casa ho visto delle scritte infamanti sui muri del paese – spiega la consigliera dem di Anzio – Giannino spia, Giannino infame, la città non ti vuole. Dopo un po' sono stata chiamata dalla polizia di Anzio, che mi ha riferito dell'arrivo al Comune di un proiettile all'interno di una busta con scritto il mio nome. In quell'occasione fu fatto un Consiglio antimafia straordinario dove da vittima sono stata fatta passare come carnefice solo per aver detto che l'invio di un proiettile è segno di stampo mafioso. Gli altri consiglieri hanno dichiarato che stavo dicendo che ad Anzio c'era la mafia e che stavo accusando i cittadini di essere mafiosi".
Il proiettile indirizzato a Giannino è stato inviato dopo che la consigliera ha denunciato la spesa di milioni di euro per le illuminazioni, una cifra assolutamente non in linea con la qualità del servizio fornito, e l'appalto da 72 milioni di euro dato a una ditta municipalizzata del comune di Ciampino. Movimenti ritenuti poco chiari dalla consigliera dem, che si è rivolta alla Guardia di Finanza. "Il sindaco Candido De Angelis è stato particolarmente disturbato da quest'ultima denuncia – riferisce Giannino – Non si dà un appalto di 72 milioni di euro a una ditta che non ha mai servito paesi con più di 10mila abitanti. Tant'è che questa ditta non ha infatti i compattatori, che abbiamo dovuto prendere in leasing, pagandoli a parte due milioni di euro". Licia Giannino ha chiesto a tutto il gruppo di opposizione di indire un consiglio comunale straordinario con una mozione di sfiducia al sindaco Candido De Angelis, sostenuto dalla coalizione di centrodestra. Quest'ultimo, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe stato eletto proprio con i voti della ‘ndrangheta, anche se non risulta indagato. "Non chiedo le dimissioni per giustizialismo – conclude Giannino – Siamo garantisti fino alla fine, ma dimettersi sarebbe un atto di onestà".