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Perquisiti gli uffici di Anzio e Nettuno per infiltrazioni mafiose e traffico illecito di rifiuti

I carabinieri hanno perquisito gli uffici di Anzio e Nettuno per sospetti di infiltrazioni di stampo mafioso tra la pubblica amministrazione e traffico illecito di rifiuti.
A cura di Alessia Rabbai
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Perquisizioni dei carabinieri negli uffici comunali di Anzio e Nettuno. I provvedimenti rientrano nell'operazione a cui all'alba di oggi hanno dato esecuzione i militari del Comando provinciale di Roma. Hanno acquisito documenti di varia tipologia, riguardanti anche la gestione e lo smaltimento dei rifiuti, con il sospetto che dietro vi si nasconda un traffico illecito, aggravato dal metodo mafioso. Perquisizioni e sequestri che sono partiti dal sospetto dell'esistenza di infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione, a seguito dei sessantacinque arresti scattati in mattinata tra Roma e provincia compresi due carabinieri, tra i quali persone gravemente indiziate di far parte di un'associazione a deliquere di stampo mafioso.

Liquami sversati nelle fogne comunali

Rispetto al traffico illecito di rifiuti, il sospetto riguarda grandi quantità di liquami, che sarebbero state scaricate illegalmente nelle fogne comunali attraverso tombini appositamente realizzati all’interno della sede di attività imprenditoriali che fanno capo agli imputati di Anzio. Attività le cui quote, l’intero patrimonio aziendale, i conti correnti e le autorizzazioni all’esercizio delle attività commerciali sono state sottoposte a sequestro preventivo.

Accertamenti su traffico illecito di rifiuti

I carabinieri del Nucleo investigativo di Roma hanno portato a misure cautelari nei confronti di sessantacinque persone, delle quali trentanove sono finite in carcere e ventisei agli arresti domiciliari, indagati a vario titolo per associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti aggravata dal metodo mafioso. La Procura indaga inoltre per i reati di estorsione aggravata e detenzione illegale di arma da fuoco, fittizia intestazione di beni e attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti aggravato dal metodo mafioso. Come emerso in sede d'indagine il litorale romano sarebbe controllato da un gruppo criminale ‘ndranghetista locale, che terrebbe sotto scacco il territorio.

I presunti legami con la politica

Come riportano gli inquirenti nella documentazione che Fanpage.it ha avuto modo di leggere, Candido de Angelis, sindaco di Anzio e imprenditore ittico (che precisiamo non è indagato) è stato eletto il 10 giugno del 2018 ed è in carica da tredici anni, sostenuto da Lega, Lista Civica, Forza Italia, Fratelli D'Italia, Unione Centro e Popolo della Famiglia. Nel 2003 Candido sarebbe stato eletto con il sostegno della famiglia Gallace. Sostegno a De Angelis da parte delle famiglie calabresi che emergerebbe anche da tre intercettazioni telefoniche dell'11 giugno del 2018 nelle quali festeggiano per la sua vittoria.

De Angelis: "Confidiamo nel lavoro della Magistratura"

Sulla vicenda è intervenuto Candido De Angelis: "Confidiamo nel lavoro della Magistratura, nell'assoluta consapevolezza di aver sempre esercitato liberamente il mandato elettorale. L'Amministrazione Comunale della Città di Anzio, a seguito delle attività svolte questa mattina dalle Autorità Competenti sul litorale romano, è serena rispetto alla correttezza del proprio operato, ha collaborato ampiamente per la riuscita delle operazioni svolte, in un clima di massima disponibilità, da parte del sottoscritto, del segretario generale e di tutti gli Uffici dell'Ente. Confidiamo nel lavoro della Magistratura, nell'assoluta consapevolezza di aver sempre esercitato liberamente il mandato elettorale conferito dai cittadini".

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