Muore dopo due ricoveri, la famiglia sporge denuncia: “Vogliamo capire cosa è successo”

È morta lo scorso mercoledì, 2 luglio, all'ospedale Santa Scolastica di Cassino. Due mesi prima era stata dimessa dall'ospedale, dopo due ricoveri. "Vogliamo capire se è stato fatto tutto il possibile per salvarle la vita", è il commento della famiglia che, nel frattempo ha sporto denuncia, dopo i due ricoveri, il primo il 5 aprile e il secondo il 9 maggio. La donna si chiamava Anna Balzano ed aveva 70 anni.
I ricoveri all'ospedale: cosa è successo
La donna negli ultimi mesi, prima di morire, era stata ricoverata due volte. Era il 5 aprile scorso quando la settantenne è arrivata al pronto soccorso dell'ospedale di Cassino per la prima volta. Aveva dei problemi alle gambe, ma poco dopo le è stato diagnosticato uno scompenso cardiaco con acidi urici. Per questa ragione è stata ricoverata e sottoposta a una prima terapia, poi dimessa con la diagnosi di acidi urici e fibrillazione atriale.
Una volta rientrata a casa, però, continuava a non stare bene: le è salita la febbre, era spossata e accusava uno stato generale di malessere tanto da ritornare in ospedale il 9 maggio. È stata nuovamente ricoverata. Stavolta il sospetto era che potesse trattarsi di un'infezione, tanto che i medici hanno contattato lo Spallanzani di Roma per un eventuale trasferimento poi mai avvenuto.
L'ultimo malore in ospedale e la denuncia a carico di ignoti
"Dicevano che aveva febbre e globuli bianchi alti", ha raccontato all'edizione locale de il Messaggero la figlia di Balzano. La donna è stata sottoposta alla terapia antibiotica ad ampio spettro e il quadro clinico è sembrato essere rientrato, fino a dimetterla. All'improvviso, però, la situazione si è aggravata, come dimostrato dalle ultime analisi del sangue. Le è stata accertata la presenza di un calcolo.
Il 30 giugno la situazione è peggiorata. La donna è stata intubata e trasferita nel reparto di Rianimazione dove è morta la sera del 2 luglio. Dopo il primo aggravamento la famiglia aveva già sporto una prima denuncia con la richiesta di "cure appropriate contro la setticemia", assistita dagli avvocati Marilena Colagiacomo e Pino Cefaloni. In seguito è stata integrata con la richiesta del sequestro della cartella clinica e l'autopsia. Il caso resta al vaglio del magistrato di turno alla Procura di Cassino. Non risultano esserci indagati, la denuncia è contro ignoti.