Lavinia in coma da anni dopo incidente all’asilo: “Poteva essere evitato: maestra e automobilista distratte e irresponsabili”

Troppe mancanze, inosservanze e disattenzioni in quella tragica mattina del 7 agosto 2018 nel cortile dell'asilo di Velletri dove la piccola Lavinia, all'epoca 16 mesi, è stata investita da un'automobile. Una "situazione prevedibile", la possibilità per l'automobilista, mamma di uno dei piccoli che frequentavano l'asilo, di trovare bambini e bambine nel cortile e che si è creata a partire dalla violazione da parte della maestra dei "doveri di custodia e vigilanza dei minori che le erano stati affidati". La piccola Lavinia da quel terribile incidente avvenuto ormai otto anni fa, si trova in stato vegetativo irreversibile e necessita di cure costanti, 24 ore su 24.
Per loro due, l'automobilista che ha investito la piccola e la maestra che aveva la responsabilità della piccola, le condanne in primo grado sono state rispettivamente di un anno per la prima e due anni e sei mesi di carcere per la seconda. Condanne che, lo scorso marzo, sono state confermate in secondo grado. La sentenza in Corte d'Appello parla chiaro e conferma le responsabilità delle due donne. L'automobilista è ritenuta responsabile di lesioni personali colpose stradali gravi, mentre la maestra sia di lesioni personali colpose stradali gravi che di abbandono di persone minori o incapaci.
L'incidente si poteva evitare: "L'automobilista è stata imprudente"
Secondo quanto emerse dalla sentenza, l'incidente si poteva evitare. Entrambe le imputate avrebbero potuto adoperarsi per evitare il drammatico incidente stradale. Secondo quanto ricostruito dai giudici, infatti, la donna al volante "non poteva ignorare le possibilità che vi fossero minori in quella zona", cioè nell'area giochi che si trova all'ingresso del parcheggio.

"L'evento non solo era prevedibile, ma poteva essere evitato. Guidava in modo imprudente", viene sottolineato nella sentenza. Se l'automobilista avesse seguito un comportamento alternativo non soltanto avrebbe potuto avere maggiore visibilità ma, di conseguenza, potuto evitare tempestivamente l'investimento.
Invece la piccola Lavinia è stata investita. Quando si è accorta dell'incidente, la donna al volante ha raccontato di aver notato il corpicino della bimba, priva di conoscenza che perdeva sangue dal naso. Le tracce di sangue, in seguito, hanno poi permesso di chiarire con precisione il luogo del terribile impatto nonostante il tentativo da parte di qualcuno di rimuovere i segni utilizzando dell'acqua.
L'inottemperanza della maestra: "Ha lasciato aperto il cancello e lasciato da sola Lavinia"
Alla posizione dell'automobilista si aggiunge quella della maestra, condannata non soltanto per le lesini stradali gravi ma anche per abbandono di minore.Il drammatico sinistro è avvenuto all'interno dell'asilo in pieno orario di attività. È obbligo della maestra vigilare sugli alunni al fine di evitare che possano trovarsi in situazioni di pericolo per se stessi e per gli altri.
In quella tragica mattinata, però, come si legge nella sentenza, la maestra è "gravemente venuta meno al dovere di vigilare costantemente sulla minore che le era stata affidata". Anche in questo caso, è stata la stessa insegnante a riferire di aver portato i bambini a giocare all'aperto e poi di essere rientrata per accompagnare un bambino in bagno mentre Lavinia era rimasta fuori, con il cancello aperto. Secondo i giudici il suo comportamento indica "una violazione dei doveri di diligenza e prudenza previsti per chi esercita funzioni educative". La stessa negligenza e superficialità, inoltre, sarebbero rappresentate dal fatto che la struttura era priva di "autorizzazioni amministrative, contratti d'iscrizione, deleghe per il ritiro dei minori e registro presenze" e, in caso di necessità, prevedeva il servizio di tirocinanti non regolarizzati.
I bambini lasciati soli durante la corsa in ospedale
"Un comportamento incompatibile con quello doveroso esigibile da una maestra". Anche in questo caso, se soltanto l'attenzione della maestra fosse stata dedicata anche a Lavinia, il tragico evento si sarebbe potuto evitare. Quella della maestra, inoltre, sarebbe una condotta reiterata subito dopo l'incidente quando, per trasportare la piccola in ospedale, ha lasciato incustoditi gli altri minori all'interno della struttura, rivolgendo, come si legge nella sentenza, un "invito generico a restare seduti" e chiedendo la porta. In seguito ha poi spiegato di aver affidato i bambini a un'amica che, chiamata a testimoniare, ha dimostrato di essere "inattendibile, in quanto è stata contraddetta e smentita dalle altre prove acquisite nel corso del processo". Fra queste la testimonianza di uno dei genitori che, una volta arrivato all'asilo, ha trovato i bimbi da soli chiusi nella struttura.
Investita all'asilo a 16 mesi e in coma, cosa è successo
I fatti come anticipato risalgono a otto anni fa, al 7 agosto 2018. La piccola Lavinia si trovava all'asilo estivo insieme al fratellino. A metà mattinata il terribile incidente e quella chiamata che i genitori della bimba, Massimo Montebove e Lara Liotta. La corsa in ospedale, l'arrivo in elisoccorso al Bambino Gesù di Roma e le drammatiche notizie dei medici che, una volta passata la prima notte, non hanno nascosto ai genitori che la piccola sarebbe rimasta in stato vegetativo per sempre.

Poi hanno iniziato a cercare di ricostruire l'accaduto. La bimba è stata travolta dalla BMW di un'automobilista, la mamma di un suo compagno di asilo. La donna è entrata nel cortile della scuola e ha travolto la bambina che in quel momento si trovava da sola fuori dall'androne, in cortile, mentre la maestra era già rientrata con gli altri bimbi. Non appena compreso di aver investito la piccola, la donna ha lanciato l'allarme ed è accorsa verso la maestra la quale le ha suggerito di trasportare la bimba in ospedale in macchina. Le due sono salite insieme a bordo, sfrecciando verso l'ospedale. Mentre il resto del gruppo di bambini restava da solo all'asilo senza alcun adulto che potesse occuparsi di loro.
Lavinia in stato vegetativo a causa dell'incidente
Nel corso del processo, la strategia della difesa puntava a far venire meno il nesso fra l'incidente nel cortile e le condizioni della piccola Lavinia cercando di creare dubbi sulla dinamica dell'accaduto. Alle dichiarazioni dei consulenti, però, nel corso del procedimento si sono affiancate anche le parole dell'automobilista stessa che, chiamata ad intervenire nel corso di una delle udienze, ha fatto riferimento a un momento in particolare in cui "aveva capito di aver investito la bambina". La donna, nel corso delle udienze, spesso ha ribadito di aver visto un fagottino rosa sull'asfalto e di aver capito soltanto un quel momento di aver investito la piccola.

Anche i referti del pronto soccorso, dove la piccola è stata trasportata dalla maestra e dell'investitrice, confermano le lesini dovute all'incidente. I medici hanno evidenziato un "politrauma stradale con danni cranici compatibili con uno schiacciamento da parte della parte anteriore del veicolo, escludendo il sormontamento completo". I segni combaciano con quelli riscontrati sul veicolo.
"La pena deve ritenersi equa e proporzionata – si legge poi nelle motivazioni della sentenza arrivata dopo numerosi rinvii del processo – tenuto conto che la minore, ha riportato lesioni di eccezionale gravità, come attestato dalla diagnosi medica al momento della dimissione".