Incendio a Fiumicino: la Liburna resiste alle fiamme, ma il cantiere brucia. Macchinari distrutti

La nave Liburna si è salvata dal terribile incendio che questa mattina ha devastato la tettoia in legno e il magazzino del cantiere dove sono tenuti gli attrezzi per la sua costruzione. Se la nave non è stata toccata dalle fiamme però, lo stesso non si può dire degli attrezzi necessari per la sua costruzione: a causa del rogo sono andate distrutte le attrezzature del maestro d'ascia Carmosini necessarie alla lavorazione della nave. Si tratta di macchinari che costano migliaia di euro e che non è facile sostituire. Il rischio quindi, è che la riproduzione in legno a grandezza naturale dell'antica nave da guerra romana, progetto fiore all'occhiello del comune di Fiumicino, si fermi.
"Facciamo un appello al Comune affinché ci aiuti a rimuovere tutto ciò che resta dall'incendio, per permetterci di ripristinare la funzionalità dell'area – ha dichiarato il presidente dell'associazione Saifo, Massimo Bianchi -. Confidiamo inoltre che i fondi stanziati dalla Regione Lazio, e da più di un anno fermi alla Pisana, possano essere rapidamente messi a disposizione. I lavori di consolidamento e completamento della nave vanno ripresi quanto prima per evitare di affrontare un nuovo inverno che potrebbe seriamente finire di compromettere la struttura dell'opera".
La realizzazione dell'opera, lunga trentatré metri, è cominciata due anni fa. Si tratta di una struttura imponente, costruita da una famiglia di maestri d'ascia, che richiede ovviamente uno stanziamento di fondi non irrilevante. E che oggi, a causa dell'ennesimo incendio che divampa nel Lazio, rischia di rimanere incompiuta.
"La ‘Liburna' non è semplicemente il sogno del Maestro Carmosini. Non è semplicemente una riproduzione in scala ‘uno a uno' di un'antica nave da incursione romana. La Liburna in questi anni è diventata un simbolo per Fiumicino e per l'intera Regione Lazio", ha dichiarato la consigliera regionale del Pd Lazio e segretaria del Pd di Fiumicino, Michela Califano. Una straordinaria opera d'arte, studiata dalle più importanti università estere per la sua accuratezza, che vogliamo diventi il prima possibile patrimonio di tutti. Ecco perché l'incendio che oggi l'ha lambita, distruggendo però molte delle attrezzature, è l'ennesimo campanello d'allarme. In questi anni ci siamo adoperati per trovare i fondi per portare a termine questa impresa. Ora l'amministrazione comunale di Fiumicino e la Regione Lazio devono continuare questo percorso".