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Gay Pride, Francesco Rocca insiste: “Ma quale omofobia, ci volevano strumentalizzare”

Il governatore della Regione Lazio Francesco Rocca difende la scelta di ritirare il patrocinio al Gay Pride: “C’è la massima volontà di includere. Ma il confronto per farci fare progressi sul piano dei diritti va de-ideologizzato. Rivendicano l’utero in affitto”.
A cura di Valerio Renzi
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L'omofobia non ha nulla a che fare con la scelta della Regione Lazio di ritirare il patrocino al Gay Pride di sabato a Roma. E non sarebbe arrivato neanche nessuna indicazione dal governo o dai partiti di maggioranza, nessun dicktat dell'area provita. In un'intervista rilasciata al quotidiano La Stampa il governato della Regione Lazio Francesco Rocca ribadisce che la scelta di revocare il patrocinio al Roma Pride è dettata esclusivamente dalla scelta degli organizzatori di mettere nella piattaforma la questione dell'utero in affitto.

"Hanno voluto strumentalizzare la nostra adesione facendola passare per un sostegno alla pratica dell'utero in affitto, che oltre ad essere illegale è basata sullo sfruttamento delle donne povere", dice il governatore. L'opposizione alla gestazione per altri (che il governo Meloni vuole rendere "reato universale", è la nuova bandiera della destra italiana. L'impressione è che la scelta di Rocca però sia in linea con quella delle altre amministrazioni di centrodestra in giro per l'Italia.

"Ho ricevuto una lettera con richiesta di patrocinio molto cortese da parte degli organizzatori, e ho deciso sul principio di accordarlo perché trovo che il Gay Pride sia una giornata di tutti, non una manifestazione politica", ha spiegato. Tranne poi specificare che la regione voleva decidere cosa le associazioni Lgbtq possono o non possono rivendicare: "Nella lettera di risposta c'era scritto chiaramente di evitare di associare il logo della Regione ad aspetti che potessero ledere la sensibilità morale di altri cittadini".

Ma cosa lede la sensibilità morale? Ovviamente l'utero in affitto, che per altro è "illegale in Italia". Infine il racconto personale con aneddoto: "Quando ero presidente della Croce Rossa siamo andati a prendere a Kiev una bambina abbandonata dalla mamma non biologica di una coppia italiana che aveva fatto ricorso alla Gpa. Da allora mi sono documentato circa la mercificazione del corpo delle donne che c'è dietro".

In particolare Rocca chiarisce di non aver digerito questa dichiarazione di Mario Colamarino, portavoce del Pride che lo ha fatto "imbestialire": "La regione ha deciso di sottrarsi alla trappola dei pregiudizi ideologici, prendendo le distanze politiche da quanti in Parlamento vorrebbero rendere la nascita delle nostre figlie e dei nostri figli reato universale, perseguendo la gestazione per altri". Discorso chiuso:"Ma quale omofobo. C'è la massima volontà di includere. Ma il confronto per farci fare progressi sul piano dei diritti va de-ideologizzato. Rivendicano l'utero in affitto. E questo non a che vedere con i temi del Gay Pride". Peccato che gli organizzatori della manifestazione che vedrà sfilare a Roma non meno di centomila persone non siano d'accordo con il governatore.

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