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Elezioni Roma 2021, Zingaretti: “Auspichiamo un’alleanza larga, anche con i 5 Stelle”

Il segretario del Pd cerca per le comunali del 2021 un accordo col M5s. E non sembra rinunciare alle primarie su Roma, perché dice che “tutto dovrà essere misurato nei territori”. Il candidato sindaco Carlo Calenda, prima contrario a un confronto interno al partito, ora apre: “Mai detto di non voler partecipare alle primarie”. Ma dovrà vedere se il suo nome potrà essere condiviso con i 5 stelle.
A cura di Alessandro Rosi
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Sulle elezioni che si terranno nei comuni italiani nel 2021 Nicola Zingaretti vuole dei nomi che siano il più possibile condivisi. Il segretario del Pd infatti auspica "un'alleanza larga, che parta dalle verifiche da fare sull'alleanza di governo, anche col M5s". Non rinuncia quindi a un confronto con i grillini. Anche perché, quando era all'opposizione nel Governo Conte I, il Pd era sceso fino al 16%. Poi, dal 17 marzo, giorno in cui Nicola Zingaretti è diventato segretario del partito, e fino al 5 settembre 2019, momento in cui è iniziato il Governo Conte II, il Pd è cresciuto costantemente, fino a toccare il 23.5%. E ora si mantiene da mesi intorno al 20%.

 

Non ha quindi nessuna intenzione di cambiare il segretario del Pd. Anzi, meglio proseguire nell'intesa che tanto ha fruttato al suo partito. Anche, quindi, nelle comunali 2021 di Roma, Torino, Bologna, Napoli. Direzione verso cui rema insieme a lui Goffredo Bettini, ex coordinatore nazionale del Pd tanto legato a Zingaretti. Che in un'intervista al Corriere della Sera ha detto: "Sono per tentare ovunque l’alleanza con i 5 Stelle. Ma guai a imporre dall’alto soluzioni meccaniche e esterne ai processi civici e più larghi che possono maturare".

E anche i presidenti del III e del VII municipio di Roma, Giovanni Caudo e Amedeo Ciaccheri, hanno più volte chiesto al Pd di “ascoltare i cittadini” e di non decidere dall'alto. Parole di qualche tempo fa e che oggi vengono confermate da Zingaretti. "Tutto dovrà essere misurato nei territori e partire da processi maturati nella società". E poi ancora: "Andiamo nei quartieri, confrontiamoci con le forze produttive e del volontariato per costruire candidature solide e vincenti".

Zingaretti, e larga parte del suo partito, non vorrebbero quindi rinunciare alle primarie su Roma. Ed è per questo che il segretario non risponde ancora ai numerosi appelli del candidato sindaco Carlo Calenda. "Ho chiamato Zingaretti il 12 ottobre, è stata una telefonata amichevole ma sto ancora aspettando, non ci siamo ancora visti". Il nome di Calenda è il più inseguito sui talk show e sui telegiornali. Ma nel Pd ce ne sono già altri sette. Alle primarie correranno infatti i presidenti di municipio Sabrina Alfonsi, Giovanni Caudo e Amedeo Ciacchieri, i consiglieri regionali Michela Di Biase e Paolo Ciani, Tobia Zevi e la senatrice dem Monica Cirinnà. Calenda si era detto contrario a una selezione interna al partito. Ma ora apre e dice: "Mai detto che non voglio partecipare". Zingaretti intanto aspetta, non ha fretta, segue lentamente il suo piano. E allora Calenda lo attacca: "Vuole prendere tempo per cercare l’accordo con M5S per un candidato rossogiallo".

E qui spunta Virginia Raggi. Un nome che sta diventando ingombrante anche per i 5 stelle. La sindaca si è candidata e ha avuto l'appoggio di Grillo. Ma avrà quello di Zingaretti? Riusciranno il Pd a trovare un'alleanza con i 5 stelle a Roma? E in un eventuale accordo tra i due partiti Calenda sarà appoggiato dai grillini? Certo è che, se nessuno dei due alimenterà la sua fiamma, quella di Calenda potrebbe spegnersi prima del previsto.

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