4.042 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Detenuto sequestrato e violentato da due compagni di cella a Regina Coeli: portato in ospedale

A denunciare l’episodio è il Sindaco autonomo di Polizia penitenziaria, che punta il dito contro sorveglianza ridotta e carenza di organico.
A cura di Natascia Grbic
4.042 CONDIVISIONI
Immagine

Un detenuto è stato sequestrato e violentato da due compagni di cella all'interno del carcere di Regina Coeli a Roma. A denunciare l'accaduto è il Sindacato autonomo di Polizia penitenziaria. L'uomo è stato legato con una corda e minacciato con un coltello rudimentale e stuprato dai due. La violenza è stata interrotta da due agenti della penitenziaria che si sono accorti dell'accaduto. La vittima è stata portata d'urgenza in ospedale. Gravi i danni fisici riportati a causa dello stupro. "Un episodio vergognoso e raccapricciante certamente favorito dall'allentamento della sicurezza interna dovuto alla vigilanza dinamica", ha dichiarato Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sappe.

Sappe: "Sicurezza nelle carceri cancellata da politiche scellerate"

Secondo il sindacato, l'episodio di stupro sarebbe accaduto a causa della sorveglianza ridotta all'interno del carcere, e della carenza di organico. "Quel che è successo è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri, che di fatto determinato una pericolosa autogestione dei penitenziari – le parole di Donato Capece, segretario generale del Sappe – Il sistema, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più. Il Sappe denuncia da tempo che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, l'aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, la mancanza in organico di poliziotti penitenziari, il mancato finanziamento per i servizi anti intrusione e anti scavalcamento. La politica se n'è completamente fregata. E i vertici del Ministero della Giustizia e dell'Amministrazione Penitenziaria hanno smantellato le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali".

4.042 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views