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Bimbo autistico deriso da maestre, interviene il Ministero: “Cambierà scuola, ma voglio giustizia”

“So che un cambiamento per mio figlio sarà brutto, ma i tempi di allontanamento delle docenti probabilmente saranno biblici, e io non voglio che abbia contatto diretto o indiretto con loro”, spiega la madre.
A cura di Natascia Grbic
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Luca, il bambino autistico deriso dalle sue maestre in una chat WhatsApp, cambierà scuola. Lo ha annunciato oggi la madre a margine dell'incontro al ministero dell'Istruzione con il Sottosegretario all'istruzione Rossano Sasso e il Direttore generale dell'ufficio scolastico della Regione Lazio Rocco Pinneri. All'incontro era presente anche l'associazione che si occupa della tutela delle persone disabili ‘La battaglia di Andrea‘, che sin dall'inizio della vicenda si è occupata di sostenere Lucia e suo figlio, sia psicologicamente sia legalmente. Al termine dell'incontro Sasso e Pinneri hanno garantito a Lucia, la madre di Luca, che si adopereranno per far cambiare scuola al figlio, trovando una situazione più consona e adatta alle sue condizioni.

"Il primo passo è fatto – ha dichiarato Lucia – mio figlio non poteva rimanere né in quella classe con quelle maestre né in quell'istituto dove finora non sono mai state considerate le mie contestazioni. So che un cambiamento per mio figlio sarà brutto, ma purtroppo i tempi di allontanamento delle docenti probabilmente saranno biblici, e io non voglio assolutamente che abbia contatto diretto o indiretto con loro". Lucia ha dichiarato che non ha intenzione di fermarsi: il legale dell'associazione, infatti, ha sporto denuncia per il comportamento delle maestre. "Continuerò a combattere nelle sedi preposte per ottenere giustizia per quanto è capitato al mio piccolo", spiega.

"Siamo felici di questo primissimo risultato – ha dichiarato Asia Maraucci, presidente dell'associazione La battaglia di Andrea – e sottolineo primissimo perché adesso la magistratura e gli ispettori del ministero dell'Istruzione dovranno fare il resto. Per noi oggi, in primissima battuta, era fondamentale che il piccolo Luca ritornasse a scuola, e ci siamo riusciti". Il bambino, all'ultimo anno di scuola materna, era stato deriso dalle sue maestre. "Che devi fa, domani ci tocca". "Vabbè dai, mi starai vicina". "Su su, non disperiamo, magari torna miracolato". Sono questi alcuni dei messaggi scambiati dalle docenti in chat. In una conversazione erano sollevate del fatto che fosse malato con il covid, in altre lo chiamavano ‘ansia'. Parole che hanno profondamente ferito Lucia, che prima ha chiesto spiegazioni alla scuola che non le sono state date, e poi ha deciso di ritirare il figlio dall'istituto, per non farlo a stare a contatto con quelle maestre.

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