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Bar le propone mille euro al mese per un full time: “Questo è sfruttamento, non vi faccio da serva”

La denuncia arriva da Sara, una ragazza che ha rifiutato l’offerta di lavoro in un bar di Cerenova. I titolari le avevano proposto di firmare un finto part time, che nei fatti sarebbe stato un full time.
A cura di Natascia Grbic
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Sette ore e mezza al giorno di lavoro, con un solo giorno libero a settimana, festivi e domeniche incluse, straordinari non pagati. Lo stipendio? Mille euro al mese, con un finto inquadramento da part time. Sara, una ragazza residente a Cerenova, ha denunciato l'offerta di lavoro fattale da un bar della zona: offerta che, nonostante abbia bisogno di un impiego, ha deciso di rifiutare. "Alla soglia dei quasi trent'anni sono davvero stufa di fare la serva. Io a farvi ingrossare il culo non ci sto più", ha scritto in un post sui social diventato virale in poco tempo.

"Non esiste nessun genere di pausa, anche andare al bagno è un lusso e naturalmente non ti passano nulla da mangiare nonostante gli orari lo prevedano – continua la ragazza – Ora veramente vogliamo continuare a dire che il problema sono i giovani, il reddito, il non voler fare la gavetta, la mancanza di voglia? Davvero? Questo è sfruttamento. Iniziate a pagare i dipendenti come si deve e vedrete che fila fuori i vostri locali. Ovviamente io il contratto l'ho rifiutato, nonostante abbia bisogno di lavorare, ma alla soglia dei quasi trent'anni anni sono davvero stufa di fare la serva. Io a farvi ingrossare il culo non ci sto più".

Il post di Sara, l'ennesimo che denuncia lo sfruttamento lavorativo nel mondo della ristorazione, è stato ripreso anche da Natale Di Cola, segretario generale della Cgil Roma e Lazio, che definisce la proposta di lavoro ‘indegna'. "Un contratto a tempo determinato, part time di quattro ore settimanali e con uno degli inquadramenti più bassi. Nei fatti 6 giorni su 7, festività e domeniche incluse ma non riconosciute, senza pausa pranzo, quasi 8 ore al giorno, 200 al mese per circa 5 euro l’ora. Si è rifiutata ed ha deciso di raccontarlo".

"Sara è iscritta alla Cgil. Due anni fa si è rivolta alla Filcams. Sapere che fa parte della nostra comunità e che combatte per difendere i diritti ci riempie d’orgoglio. In questi giorni, purtroppo, c’è anche chi la deride e la offende per aver detto no allo sfruttamento e al lavoro nero. A Sara diciamo che non è sola, è una di noi, le faremo quadrato attorno".

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