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Alessia Sbal travolta e uccisa da un tir sul Gra: “Prima di morire tre chiamate al 112”

Alessia Sbal si è accorta che un tir la stava per investire. Lo aveva detto in telefonata ad un’amica e aveva chiamato il 112. La sorella: “Vogliamo sapere cosa è successo”.
A cura di Beatrice Tominic
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Alessia Sbal
Alessia Sbal

Si era accorta di quanto stava per succedere: Alessia Sbal, travolta e uccisa da un tir lungo il Grande Raccordo Anulare all'altezza dello svincolo per via Boccea, aveva notato il camion. "Mi sta tagliando la strada, ma che fa? Mi è venuto addosso, devo attaccare", avrebbe detto quindi all'amica con cui stava al telefono, poco prima dell 20.40 di domenica scorsa. Non è stata l'unica persona che ha sentito telefonicamente quella sera.

"Mia sorella aveva paura e ha chiamato il 112 – ha dichiarato a la Repubblica la sorella della vittima, Ilaria – La prima chiamata dura 23 secondi, la seconda, in arrivo dal 112, un minuto. Alla terza, sempre in arrivo dal 112, Alessia non riesce a rispondere: vuol dire che ha parlato con qualcuno che le ha dato il consiglio di uscire dall'auto e ha messo il giubbetto. Mi chiedo il perché", prova a domandarsi Ilaria.

L'incidente allo svincolo per Boccea

La donna, 43 anni il prossimo gennaio e di professione estetista, avrebbe aperto a breve il suo centro estetico nel quartiere di Monteverde. È morta domenica scorsa, dopo essere stata investita da un tir che l'ha travolta mentre si trovava fuori dall'automobile, una Fiat Panda, indossando il giubbotto catarifrangente. La mamma l'ha riconosciuta soltanto grazie ad un tatuaggio sul braccio. "Mia sorella non ha più un volto, voglio sapere cosa è successo: non so neanche se l'auto ha riportato danni – ha continuato la sorella – Le telecamere si trovano distanti, una al chilometro prima e un'altra a quello successivo. E non sembrano esserci danni al guard rail".

L'indagine e il fermo del camionista

Nel frattempo non si sono fermate le indagini. Gli agenti della polizia stradale hanno fermato il camionista che si sarebbe trovato alla guida del mezzo killer: è un incensurato di 47 anni, accusato di omicidio stradale e omissione di soccorso. Agli inquirenti avrebbe spiegato di non essersi accorto di niente. Oggi si trova agli arresti domiciliari: la convalida avverrà nella giornata di oggi, 7 dicembre, davanti al gip. I punti su cui fare chiarezza, però, restano molti: dalle tre telefonate fra Alessia e il 112, a quella con l'amica. È proprio lei che, secondo quanto dichiarato dalla sorella di Alessia, sarebbe riuscita a consegnare la registrazione della loro telefonata alla famiglia.

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