1.046 CONDIVISIONI

Adelina suicida perché senza cittadinanza, l’amica: “L’arma in mano gliel’ha messa lo Stato”

Marina Brasiello, amica di Adelina Sejdini, esprime tutta la sua rabbia a Fanpage.it per la morte della donna. “Non è stata uccisa da nessuno, ma da una burocrazia iniqua”.
A cura di Natascia Grbic
1.046 CONDIVISIONI
Immagine

"Adelina non deve diventare una martire, ma noi dobbiamo lottare, e lotteremo fino all'ultimo, per i suoi diritti. Ha salvato 500 donne, non sono poche. Lei non tornerà, ma noi oggi abbiamo un peso grande addosso. Perché quando si combatte contro le istituzioni, contro la burocrazia, è come se si combatte contro un muro di gomma. È arrabbiata Marina Brasiello, presidente dell'Associazione vittime di violenza – IO NO e tra le amiche più intime di Adelina Sejdini, la donna morta il 6 novembre scorso dopo essersi gettata da Ponte Garibaldi. Adelina anni prima aveva testimoniato e collaborato a un'importante indagine che aveva portato in carcere quaranta persone, tutte esponenti della mafia albanese che gestiva il racket della prostituzione in Italia. Anche Adelina ci era finita dentro: rapita in Albania, era stata portata in Italia, ripetutamente violentata e costretta a prostituirsi in strada. Era stata proprio lei a denunciare i suoi aguzzini e a farli arrestare. Solo una cosa chiedeva dopo tutto quello che aveva passato: la cittadinanza italiana. "L'arma in mano ad Adelina gliel'ha messa lo Stato. Non è stata uccisa da nessuno, ma da una burocrazia iniqua".

Immagine

Marina ha conosciuto Adelina sette anni fa, tramite i social network. "Tramite la sua pagina mandava messaggi chiedendo aiuto – continua – quel periodo stava facendo la chemioterapia, ma il suo dolore non era tanto il cancro quanto non avere quell'accidenti di foglio con la cittadinanza italiana. Ne aveva bisogno perché era diventata la donna del nulla". Adelina si era ammalata di cancro qualche anno fa. Un tumore al terzo stadio, contro il quale stava combattendo da tempo. Abbandonata dalle istituzioni, sola, malata, senza quella cittadinanza che tanto desiderava, sabato 28 ottobre era andata al Viminale e aveva tentato di darsi fuoco per protesta. Era stata ricoverata in ospedale, tutti pensavano il suo fosse un atto dimostrativo. Non era così. La settimana successiva era tornata al Viminale: bloccata dalla polizia, aveva ricevuto un foglio di via dalla città di Roma. Adelina da Roma non se n'è mai andata però: si è recata a Ponte Garibaldi e si è gettata di sotto, morendo sul colpo.

1.046 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views