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Adelina suicida perché senza cittadinanza: prima di uccidersi aveva ricevuto il foglio di via

Adelina Seidini si è uccisa lo scorso 6 novembre: per anni aveva chiesto solo una cosa, la cittadinanza italiana. Il 5 novembre, dopo una protesta, le avevano dato il foglio di via da Roma.
A cura di Natascia Grbic
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Adelina Sejdini, la donna che la sera del 6 novembre si è gettata da Ponte Garibaldi, il 5 novembre aveva ricevuto un foglio di via dalla città di Roma. Lei, che era tornata nuovamente al Viminale per protestare per avere la cittadinanza italiana, era stata bloccata dalle forze dell'ordine e allontanata con l'obbligo di tornare immediatamente a Pavia. Com'è finita lo sappiamo: Adelina è rimasta a Roma, e qualche ora dopo si è gettata da Ponte Garibaldi. Solo una cosa voleva, lei che in Italia viveva dal 1996 e che aveva fatto arrestare quaranta appartenenti alla mafia albanese, che gestiva il racket della prostituzione: essere riconosciuta cittadina italiana. Ma la sua richiesta si era persa tra i meandri della burocrazia. Dapprima apolide, le istituzioni le assegnarono la cittadinanza albanese. Che lei però non voleva: non perché non amasse il suo paese natale, ma perché l'avevano distrutta, dicono le amiche. Senza contare che in questo modo non poteva chiedere né la 104 (era invalida al 100%) o l'alloggio popolare.

Il video girato da Adelina prima di uccidersi

Adelina aveva già annunciato in un video l'intenzione di togliersi la vita. "Non mi hanno aiutata, sto cercando un posto dove farla finita" dice guardando in camera, mentre cammina per strada. Le ultime parole prima di morire sono state: "Questa notte mi troveranno dentro una tomba". Poi l'appello diretto alle persone che le hanno voluto bene e che hanno conosciuto la sua storia: "Fate quello che vi ho detto, diventate la mia voce, morta per morta, spero che altre Adeline avranno quello che non ho avuto io". Il 28 ottobre scorso si è data fuoco in piazza in segno di protesta, ma neanche questo drammatico gesto è servito né a ottenere la cittadinanza né a capire quali fossero le sue reali condizioni.

La vita di Adelina, dimenticata dallo Stato

"Voleva solo la cittadinanza, abbiamo lottato come lupi, ma non ci siamo riusciti – le parole di un'amica a Fanpage.it– Aveva avuto un coraggio estremo, ha denunciato i suoi aguzzini e li ha fatti arrestare. Poi è arrivato il cancro, un'altra battaglia da combattere. Adelina, che ha dato la vita per l'Italia, è stata lasciata sola dalle istituzioni. Un prete le aveva dato una stanza, noi le pagavamo il taxi per andare a fare la chemioterapia perché non poteva muoversi. Ha sgominato con la sua determinazione la banda che gestiva il racket della prostituzione, era giusto che avesse almeno il riconoscimento della cittadinanza italiana".

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