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Riforma del lavoro, per i sindacati c’è il rischio di tensioni sociali

In vista della riforma del mercato del lavoro, Cgil, Cisl e Uil parlano di possibili tensioni sociali. Mario Monti promette provvedimenti condivisi con le parti sociali, ma i tempi per cercare l’intesa restano brevi.
A cura di Alfonso Biondi
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i leader delle 3 sigle sindacali

Sui temi del lavoro i sindacati tornano ad alzare la voce, paventando anche il rischio di tensioni sociali. Il Presidente del Consiglio Mario Monti ha dichiarato che la riforma del mercato del lavoro resta una delle priorità dell'esecutivo e che l'obiettivo è quello di vararla in tempi brevi. Le sigle sindacali, però, vogliono vederci chiaro: per loro la priorità resta quella della difesa del lavoro. Nessun compromesso. Un importante segnale di distensione è arrivato ieri sera dal Capo del governo che ha raggiunto telefonicamente i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, cui ha parlato della volontà  sua e di quella del governo di raggiungere un'intesa più che mai condivisa sui temi del lavoro, sottolineando però "l'esigenza di operare con la sollecitudine imposta dalla situazione".

Le posizioni delle sigle sindacali già si conoscono. Ieri la Cgil ha pubblicato un post sulla sua pagina facebook, ricordando il "rischio reale di tensioni sociali crescenti nei prossimi mesi. Un rischio da contrastare con un ‘Piano per il lavoro', la vera emergenza. La recessione avrà un impatto duro su occupazione e redditi e di conseguenza aumenta il timore che il conflitto sociale possa crescere di pari passo con l'aumento delle diseguaglianze". Per questo motivo Susanna Camusso ha lanciato un appello all'esecutivo: "E' meglio che abbia più coraggio di quanto ne ha avuto finora e apra un confronto esplicito e costruttivo con le parti sociali sui temi della crescita e dell'occupazione". L'obiettivo resta quello di ridurre il numero dei contratti atipici e riformare il sistema di ammortizzatori sociali per garantire maggiori tutele ai lavoratori.

Per Raffaele Bonanni la "necessaria rapidità delle decisioni non può divenire un alibi per evitare il confronto con il sindacato". Il leader della Cisl chiede al governo un giusto confronto con le parti sociali e, sulle tensioni sociali, è convinto che se ci saranno o meno "dipenderà solamente dal comportamento del governo". Luigi Angeletti parla invece della recessione che si troverà a fronteggiare il nostro Paese e della conseguente perdita di posti di lavoro. "L'aumento della disoccupazione non è certo un antidoto alla pace sociale, anzi è benzina sul fuoco" ha dichiarato il leader della Uil, dando poi la sua ricetta: liberalizzazioni, riduzione delle tasse sul lavoro, riduzione dell'evasione fiscale e dei costi della politica.

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