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Renzi vede rosa: “Se l’Italia crede nella ripresa le cose andranno meglio”

Alla presentazione del libro di Bruno Vespa, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ribadisce la fiducia sulla crescita: “Secondo me il Pil salirà dello 0,8%, anche se Padoan conferma lo 0,9%”.
A cura di Redazione
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È un Matteo Renzi a tutto campo quello che interviene alla presentazione del libro di Bruno Vespa, intitolato “Donne d’Italia”. Dalla situazione internazionale in Siria alla questione libica, passando per i nuovi dati sull’occupazione fino ad arrivare alle eventuali ripercussioni della minaccia terroristica sulle previsioni di crescita del Pil: questi i temi trattati al tempio di Adriano dal Presidente del Consiglio, prima dell’incontro con il presidente afghano Ashraf Ghani.

“Abbiamo fatto delle previsioni di crescita dello 0,7%, il Mef ha detto lo 0,9%, per me chiudiamo a +0,8%”, ha spiegato Renzi, prima di ricevere un sms proprio da Padoan nel quale si leggeva “Tieni la linea sullo 0,9%”. Una tesi suffragata da un concetto più volte utilizzato dal Presidente del Consiglio: “Se l’Italia crede nella ripresa nei prossimi mesi le cose andranno meglio. Ciò che può fare il consumo interno che è ripartito, è straordinario”. Nella lettura di Renzi, del resto, i dati sull’occupazione resi noti oggi dall’Istat sono decisamente incoraggianti: “La disoccupazione è calata dell’1,5%, la disoccupazione giovanile del 6% (anche se gli ultimi dati mostrano un aumento dei disoccupati fra gli under 29 a ottobre, ndr). I posti lavoro sono 300mila in più nell’ultimo anno”.

Una ripresa che non può che passare dall’Università, che è “straordinaria”, ma che ha bisogno di una scommessa: “Bisogna dare certezze ai ricercatori senza farli sedere sugli allori. Servono concorsi chiari ogni anno. In sintesi: daremo più soldi per la ricerca, ci sono inoltre 500 posti per ricercatori presi fuori dai soliti giri universitari”.

Sulla politica internazionale, invece, Renzi si mostra ancora una volta prudente, ribadendo in ogni caso che l’impegno italiano c'è e non è mai venuto a mancare: “Siamo presenti in Afghanistan, siamo fondamentali in Libano, abbiamo l’incarico di special advisor in Libia, siamo in Somalia e nei Balcani. Insomma: “Siamo uno dei Paesi più impegnati al mondo. Siamo pronti a fare di più, ma la nostra politica estera non cambia ogni 24 ore. Non è prudenza è saggezza”.

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