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Renzi: “Avrei votato per la decadenza di Minzolini, la Severino deve valere per tutti”

In un videoforum al Corriere della Sera, l’ex Presidente del Consiglio spiega: “Ho ascoltato le motivazioni anche dei senatori, ho ascoltato Minzolini, ho ascoltato chi critica la legge Severino, ma finché c’è la Severino ciò che valeva per Berlusconi deve valere anche per gli altri”.
A cura di Redazione
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Nel giorno in cui i dati parziali sul voto dei circoli mostrano il suo netto vantaggio tra gli iscritti al Partito Democratico, Matteo Renzi sceglie la diretta del Corriere della Sera per tornare a parlare della vicenda Minzolini, criticando il voto dei senatori che ha “salvato” l’ex giornalista dalla decadenza dalla carica parlamentare. L’ex Presidente del Consiglio spiega: “Ho ascoltato le motivazioni anche dei senatori del Partito Democratico, ho ascoltato la replica di Minzolini, ho ascoltato anche chi critica la legge Severino, ma finché c'è questa legge, è chiaro che ciò che valeva per Berlusconi deve valere anche per gli altri”. Quanto al “diverso atteggiamento” tenuto dal suo partito nel caso che coinvolse l’allora ministro Cancellieri, Renzi aggiunge: “Noi siamo garantisti e non chiediamo mai le dimissioni di chi è colpito da un avviso di garanzia, ma in quel caso il ministro aveva tenuto un comportamento non corretto in relazione al suo ruolo. Ma non accetto l’ondata di giustizialismo, che è espressione di una subalternità culturale ai grillini”.

Poi Renzi parla delle questioni di stretta attualità, a partire dall’attentato di Londra: “Prima di tutto voglio dare la mia solidarietà a Sadiq Khan, che è un grande Sindaco che sta facendo cose straordinarie. Per rispondere al bisogno di sicurezza bisogna però investire di più, anche in difesa del territorio. Già al summit del 2014 proposi con il consenso di Obama, ma con il dissenso di Merkel e Cameron, di portare le spese per la sicurezza fuori dal patto di stabilità, che, come disse Prodi, è un patto di stupidità e un modello economico che non funziona”.

Sul fronte interno, il segretario uscente del PD riconosce la sconfitta al referendum, ma aggiunge di considerare che l’Italia abbia fatto “un passo indietro”, dal momento che “voglia di proporzionale saltami addosso, partitini che si scindono, ognuno che si fa un partitino, uno strapuntino…”. Manca ancora una legge elettorale, ma Renzi spiega: “Mi auguro che in Parlamento si corra. Non aspettino le condizioni del Pd e il congresso, vadano avanti. Si voti e si dica di no, ma se vogliono fare melina, non lo mettano in conto al PD”:

Una battuta anche su Michele Emiliano: “Ha detto che ha deciso di non vincere il voto nei circoli, allora io dico che ho deciso di non vincere la maratona di New York”. E su Orlando: “Ho stima di Andrea, abbiamo lavorato bene insieme, ma ha preso un’altra strada”.

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