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Radio Radicale, Vito Crimi: “A chi appartiene veramente?”

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Vito Crimi, torna sulla possibilità di chiusura di Radio Radicale: “A chi appartiene veramente? Mi chiedo come mai una holding finanziaria della grande distribuzione sia titolare del 25% di Radio Radicale. E mi domando: come mai Radio Radicale teme di chiudere se ha un socio d’affari che vale oltre 2 miliardi di euro?”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Vito Crimi, torna sulla questione di Radio Radicale, ponendosi – in un post su Facebook – una domanda: “A chi appartiene veramente” Radio Radicale?. La Radio da mesi denuncia il rischio di chiusura per il taglio ai finanziamenti di cui si discute ormai dalla fine del 2018. "Negli ultimi giorni si parla tanto della ‘voce libera’ di Radio Radicale, che senza aiuti dello Stato rischierebbe di ‘spegnersi’ – spiega Crimi -. Dal 1994 ad oggi Radio Radicale ha percepito contributi pubblici per oltre 200 milioni di euro (14 milioni di euro l'anno). La radio fa capo alla società Centro di Produzione Spa”.

Crimi si chiede, quindi, chi siano i soci di Centro di Produzione Spa:

Le quote sono così suddivise:
– Associazione politica nazionale Lista Marco Pannella: 62,68%;
– Lillo Spa: 25,00%;
– Cecilia Maria Angioletti 6,17%;
– Centro di Produzione Spa 6,15%.

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"Tra i soci in elenco desta interesse la partecipazione della società Lillo Spa, che ha sede a Gricignano di Aversa e ha un fatturato di 2,3 miliardi di euro. Si tratta di una holding finanziaria attiva nel campo della grande distribuzione alimentare”, afferma ancora. Il sottosegretario continua a parlare di questa società: “La Lillo Spa è di proprietà della famiglia Podini. E nel consiglio d'amministrazione di Centro di Produzione Spa (l'emittente di Radio Radicale), Marco Podini e Maria Luisa Podini ricoprono la carica di consiglieri”.

Sulla base di queste informazioni divulgate con il suo post, Vito Crimi si pone ancora una domanda: “Mi chiedo come mai una holding finanziaria della grande distribuzione sia titolare del 25% di Radio Radicale. E mi domando: come mai Radio Radicale teme di chiudere se ha un socio d'affari che vale oltre 2 miliardi di euro?”.

La replica di Radio Radicale

Non tarda ad arrivare la risposta di Radio Radicale, che ricorda come la presenza della holding Lillo tra gli azionisti "è nota da quasi 20 anni: la Pasubio Spa acquistò una quota del 25% con un investimento che aveva chiara natura filantropica e, già allora, mirava a garantire la sopravvivenza del servizio pubblico di Radio Radicale. La ripartizione azionaria è nota e pubblica sul sito della radio”. Inoltre, si aggiunge con un Ps: “L’importo ricevuto da Radio Radicale negli ultimi anni non è di 14 milioni di 12,1 composto da 10 al lordo dell’Iva (8,1 netti) corrispettivo per la trasmissione delle sedute parlamentari e 4 di contributo per l’editoria in quanto impresa di informazione che svolge attività di interesse generale”.

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