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Verhofstadt: “È momento cruciale per l’Ue, dopo Brexit tutti sanno che è meglio stare dentro”

“Si tratta di un momento cruciale, è la prima volta che facciamo questo nell’Ue. Una partecipazione attiva di 800 cittadini sorteggiati a caso”: così l’europarlamentare Guy Verhofstadt ha parlato della Conferenza sul Futuro d’Europa.
A cura di Annalisa Girardi
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"Quello che stanno facendo adesso i cittadini è di formulare raccomandazioni sulla democrazia europea e sui valori e sullo stati di diritto dell'Unione europea. Sono due temi chiave e a gennaio verranno a presentare le loro proposte su questi argomenti alla Conferenza sul Futuro dell'Europa": lo ha detto l'europarlamentare Guy Verhofstadt, co-presidente del Comitato Esecutivo della Conferenza sul Futuro dell'Europa, intervenendo a inizio dicembre al panel organizzato a Firenze dove si sono riuniti circa 200 cittadini per discutere di stato di diritto, democrazia e valori dell'Ue. "Si tratta di un momento cruciale, è la prima volta che facciamo questo nell'Ue. Una partecipazione attiva di 800 cittadini sorteggiati a caso", ha detto.

Verhofstadt, rispondendo alle domande dei giornalisti, è anche intervenuto sul tema del panel: "È chiaro che gli strumenti che abbiamo oggi non sono sufficienti. L'articolo 7 è uno strumento, ma è nella mani del Consiglio europeo e il Consiglio non lo usa. Il meccanismo sullo stato di diritto è legato al bilancio, ma ci sono esitazioni a utilizzarlo, quindi sono molto interessato a sentire dai cittadini nella Conferenza qual è la via d'uscita da questo. Non possiamo continuare, non possiamo andare avanti con un'Unione europea in cui apertamente alcuni valori dello stato di diritto non vengono rispettati e non ci sono sanzioni". L'europarlamentare ha quindi affermato che siano necessari nuovi strumenti per regolare questo meccanismo: "Personalmente penso che potremmo dare un ruolo maggiore alla Corte di giustizia europea. Vedremo prima di tutto quali sono le proposte dei cittadini".

Infine Verhofstadt ha concluso: "Quello che ho visto negli ultimi anni è che tutti i populisti hanno cambiato idea sull'Europa. Le Pen, Salvini, Orban… tutti questi leader populisti e autoritari non hanno più il fegato di dire che vogliono distruggere l'Unione europea. Perché questo? Perché dopo la Brexit la gente sa molto bene che è meglio stare dentro l'Ue che fuori".

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