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Opinioni

Unioni Civili, ora c’è chi chiede ai Sindaci di dichiararsi obiettori di coscienza

“I Sindaci si rifiutino di celebrare le unioni omosessuali e si dichiarino obiettori di coscienza”, si legge in una lettera dell’associazione Pro Vita.
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A denunciare il fatto è la senatrice del Partito Democratico Monica Cirinnà: un’associazione pro life sta inviando una lettera ai Sindaci con la quale si chiede di rifiutarsi di celebrare le unioni civili tra persone dello stesso sesso. La lettera, che porta la firma di Toni Brandi, presidente della ProVita onlus, preannuncia una mobilitazione per portare alla Camera dei deputati la richiesta di “prevedere la possibilità di obiezione di coscienza contro la celebrazione, registrazione o trascrizione, delle unioni civili omosessuali”. In tal senso si chiede ai Sindaci di comunicare la loro volontà di aderire all'iniziativa e sostenere dunque l'introduzione dell'obiezione di coscienza per quanto concerne la celebrazione delle unioni civili.

In sostanza, il modello che immaginano gli attivisti pro life è quello portato avanti da Kim Davis, la funzionaria del kentucky che per mesi si è rifiutata di concedere la licenza matrimoniale alle coppie omosessuali in quanto si sentiva “in missione per conto di Dio” (la Davis è stata poi condannata in Tribunale per oltraggio alla Corte).

Scrive Brandi: “Moltissimi Sindaci in tutta Italia, in ragione dei loro più profondi convincimenti morali o religiosi e in base agli articoli 2,19,21 e 29 della Costituzione, si rifiuterebbero in coscienza, se potessero, di celebrare un simil matrimonio omosessuale”.

Secca la replica della Cirinnà: “Vorrei ricordare che il sindaco giura sulla Costituzione e l'inosservanza della legge può essere motivo di commissariamento". Tra l'altro, a quanto ci risulta, i candidati alla carica di Sindaco nelle fila del "Popolo della Famiglia", il nuovo soggetto politico "cattolico", prenderanno proprio l'impegno di non presenziare (o non celebrare) alle "cerimonie" di unione civile, nel caso in cui fossero eletti.

Ricordiamo che, qualora il testo approvato dal Senato dovesse ricevere il via libera senza modifiche sostanziali dalla Camera dei deputati, il disegno di legge in materia di unioni civili e disciplina delle convivenze, meglio conosciuto come ddl Cirinnà, diventerebbe legge dello Stato.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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